Proseguono i monitoraggi dopo il crollo di luglio: non esclude nuove limitazioni in caso di criticità

Revocata l’ordinanza che disponeva la zona rossa, la Marmolada riapre. Venti settimane dopo il crollo del seracco nei pressi di Punta Rocca, che ha ucciso 11 alpinisti, il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, ha firmato il documento che consente nuovamente l’accesso alla Regina delle Dolomiti. Una decisione assunta sulla base della relazione tecnica di aggiornamento a cura del Servizio prevenzione rischi e del Dipartimento protezione civile, foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento.

Ma proseguono i monitoraggi: “in caso di segnalazione di criticità saranno effettuati sopralluoghi sul campo” ed eventualmente si potranno attivare nuove limitazioni. E restano chiusi i rifugi sul versante nord. “Le due strutture, una delle quali distrutta da una valanga nel dicembre 2020, si trovano infatti nell’area più critica, vicino alle potenziali aree di crollo e di scorrimento delle valanghe che frequentemente si distaccano dai versanti della Marmolada. Può riaprire invece il rifugio Cima Undici, situato in prossimità del lago di Fedaia”, recita l’ordinanza. 

Sono aperte le piste da sci nell’area nord-est del versante, poiché “ricadono all’esterno dell’area più critica”, ma il sindaco di Canazei chiede collaborazione agli impiantisti: “si ritiene indispensabile che la società concessionaria provveda a segnalare e impedire la pratica del fuoripista nelle zone innevate esterne ai tracciati ufficiali, in modo che agli utenti portati in quota con gli impianti funiviari sia precluso l’accesso alle aree direttamente interessate dal crollo del 3 luglio”

Nuovi divieti d’accesso, poi, saranno possibili se l’estate 2023 sarà troppo calda. La protezione civile, infatti “non avendo ancora concluso le indagini scientifiche sulle cause del crollo”, non può escludere “crolli futuri che coinvolgano aree ben più estese di quella che ha causato la tragedia del luglio 2022″.

 

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