Tre uomini si erano gettati in mare nel porto di Catania per disperazione

Non vogliono più risalire a bordo della nave Geo Barents, attraccata al porto di Catania, due dei tre uomini che ieri si sono gettati in mare come gesto di disperazione. Entrambi hanno trascorso la notte sul molo rifiutando cibo e acqua e uno dei due è stato portato via in ambulanza in mattinata con 39 di febbre. Medici senza frontiere ha spiegato che uno di loro si è buttato per aiutare un compagno, prima di ritornare da solo a nuoto verso la banchina “sano e salvo”.

Nuova ispezione a bordo dei medici

La situazione al porto di Catania resta molto tesa: per i 215 migranti ancora a bordo della Geo Barents, non è stato ieri autorizzato lo sbarco in quanto non ritenuti soggetti fragili. Stamattina sono arrivati i medici delegati dal ministero degli Interni, nello specifico ispettori dell’Usmaf, per un’ulteriore ispezione a bordo dell’imbarcazione che servirà per verificare se vi siano ulteriori soggetti fragili tra quelli rimasti a bordo, per poterne consentire lo sbarco. 

Alle grida “Help Us” (“Aiutateci”) dei migranti di Geo Barents si sono aggiunte quelle dei manifestanti di alcuni comitati antirazzisti, che ormai stazionano da giorni davanti alla banchina dove è ormeggiata la nave: gli attivisti hanno fatto sapere a LaPresse che il loro presidio sarà permanente.

Nello stesso porto si trova in attesa di sbarco anche la nave Humanity1. A bordo ci sono ancora 34 persone, i legali della ong hanno presentato ricorso al Tar contro le decisioni delle autorità italiane che impediscono lo sbarco dei migranti. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata