Critiche bipartisan al fondatore M5S, l'ex premier: "Indiscutibile l'autonomia della magistratura". Giulia Bongiorno: "Porto il video in Procura"

Giuseppe Conte rompe il silenzio sulla bufera che ha travolto Beppe Grillo, bersagliato da critiche bipartisan per il video pubblicato in difesa del figlio Ciro, accusato di violenza sessuale di gruppo. “Ho avuto modo di parlare con Beppe Grillo in più occasioni e conosco bene la sua sensibilità su temi così delicati. Sono ben consapevole di quanto questa vicenda familiare lo abbia provato e sconvolto. E’ una vicenda che sta affliggendo lui, la moglie, il figlio e l’intera famiglia. Comprendo le preoccupazioni e l’angoscia di un padre, ma non possiamo trascurare che in questa vicenda ci sono anche altre persone, che vanno protette e i cui sentimenti vanno assolutamente rispettati, vale a dire la giovane ragazza direttamente coinvolta nella vicenda e i suoi familiari che sicuramente staranno vivendo anche loro momenti di dolore e sofferenza”, scrive in una nota l’ex premier e futuro leader M5S.

“Con il Movimento 5 Stelle –  aggiunge l’ex presidente del Consiglio – mi accomunano da sempre queste due convinzioni: di ritenere indiscutibile il principio dell’autonomia della magistratura e di considerare fondamentale la lotta contro la violenza sulle donne, una battaglia che abbiamo sempre combattuto in prima linea, basti ricordare l’introduzione delle norme sul codice rosso quando abbiamo condiviso la responsabilità di governo. Questi principi continueranno a informare la nostra azione politica e a ispirare le nostre battaglie culturali”. “In questa vicenda – prosegue Conte – vi è poi un principio fondamentale che non possiamo mai perdere di vista: l’autonomia e il lavoro della magistratura devono essere sempre rispettati. Perciò anche in questo caso attendiamo che i magistrati facciano le loro verifiche”.  

Giulia Bongiorno intanto fa sapere di ritenere il video di Beppe Grillo una prova a carico degli imputati. L’avvocato che difende la ragazza che ha denunciato di aver subito lo stupro, nel luglio del 2019 in Sardegna, è intervenuta in tv a ‘L’Aria che tira’ su La7: “Questo video io lo porterò in Procura perché reputo che sia una prova a carico”. “E’ una prova – spiega – perché documenta una mentalità, la mentalità del ‘non succede niente’, ‘sono cose che si possono fare’: si chiama eufemizzazione, prendere delle cose importanti e ridurle in briciole. Ed è il metodo spesso usato dagli uomini per giustificarsi quando sono imputati – ha aggiunto -. Questi video denotano una mentalità, è un messaggio si dice alle vittime, state attente che se andate avanti poi ci pensiamo noi. Ma noi non ci facciamo intimidire, questo sia chiaro”.  

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