Roma, 3 gen. (LaPresse) – E’ un racconto lucido, ricco di particolari quello di Andrea Calevo, l’imprenditore di Lerici rapito e liberato l’ultimo giorno dell’anno, dopo due settimane di prigionia. Quindici giorni trascorsi in uno scantinato di Sarzana dove, per superare la paura e far passare il tempo, c’erano le canzoni a fargli compagnia. “Mi annoiavo – ha raccontato il 30enne a Unomattina – e per questo fischiettavo le canzoni di Buscaglione, di Raffaella Carrà e Franco Battiato”.
L’imprenditore spezzino ha fornito anche dettagli sui suoi rapitori: “Dal giorno dopo quello del rapimento in poi – ha spiegato – avevo capito che non erano professionisti. Commettevano molti errori, non si comportavano da rapitori professionisti. Mi davano troppa confidenza, parlando molto all’inizio, mi raccontavano cose che magari se fossero stati rapitori professionisti non avrebbe detto”.
Della sera della rapina, Calevo ricorda alcuni dettagli, ma non il numero dei sequestratori: “Erano tre, quattro non ricordo il numero esatto”. Prima dell’intervista l’imprenditore ha incontrato negli studi il premier dimissionario Mario Monti, con cui ha scambiato alcune parole. Lo stesso professore, che ha parlato poco dopo, ha definito la liberazione dell’uomo “una gioia enorme per tutti”.
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