L'infettivologo Massimo Galli: "Non è necessario che l'inchiesta vada avanti", chiesta acquisizione fascicolo di Bergamo

“Sarà depositata oggi alla Procura di Milano un’istanza per chiedere l’acquisizione del fascicolo di indagine della Procura di Bergamo al fine di valutare eventuali responsabilità nella catena di controllo del Pio Albergo Trivulzio”. Così l’Associazione Felicita che riunisce parenti e familiari dei pazienti deceduti per il Covid nel Pio Albergo Trivulzio di Milano durante la prima ondata della pandemia al termine dell’udienza di incidente probatorio che si è tenuta oggi in Aula Bunker a San Vittore. “Siamo particolarmente soddisfatti del quesito della perizia – fa sapere l’Associazione Felicita – La perizia abbraccerà tutto il 2020 come ci auguravamo”. “Lo studio dei contagi – concludono – sarà sviluppato con una suddivisione dei reparti considerando sia i degenti, sia gli operatori, sia le lesioni, sia gli omicidi”.

Massimo Galli e Fabrizio Pregliasco faranno parte, assieme ad altri 7 esperti, del collegio tecnico per la difesa nominato dal Pio Albergo Trivulzio nel procedimento a carico del Direttore generale della storica Rsa pubblica milanese Giuseppe Calicchio accusa di epidemia, omicidio colposo e danni alla salute pubblica per la gestione della struttura e dei pazienti nel primo anno di pandemia. Lo fa sapere il Pat dopo che si è tenuta questa mattina, presso l’aula bunker 1 del Tribunale di Milano, l’ udienza per la formulazione dei quesiti per i nuovi accertamenti richiesti dal Gip nell’ambito della perizia sui decessi avvenuti all’interno del Pio Albergo Trivulzio tra febbraio e dicembre 2020. Durante l’udienza è stato inoltre conferito l’incarico ai periti nominati dal Gip, quelli scelti dalla difesa e i selezionati dall’accusa, che dovranno ora procedere, secondo la richiesta formulata dal Pubblico Ministero, all’incidente probatorio, esaminando le cartelle cliniche del periodo più nero della pandemia.

 

Non è necessario che questa inchiesta vada avanti. Ci sono alcuni elementi fondamentali ed evidenti: al Trivulzio non avevano la possibilità di fare tamponi. A livello internazionale una parte di anziani si è infettata in maniera del tutto asintomatica. In una struttura come il Pio Albergo Trivulzio, senza possibilità di fare tamponi, lo screening fatto solo sulla febbre e sui sintomi respiratori avrebbe comportato il non riconoscere almeno il 50 per cento delle persone infettate tra gli ospiti”. Così l’infettivologo Massimo Galli, consulente della difesa del Pat, prima di entrare nell’aula bunker di piazza Filangieri a Milano. 

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