Ibrahimovic chiede scusa a Fonseca per averlo mandato in conferenza stampa e spiega: "Esonero per mancanza continuità di risultati"
Il nuovo allenatore del Milan Sergio Conceiçao si presenta alla stampa prima della partenza per l’Arabia Saudita, dove i rossoneri saranno impegnati in Supercoppa Italiana. Accanto all’allenatore portoghese il senior advisor Zlatan Ibrahimovic che ha spiegato i motivi dell‘esonero di Fonseca: “Non è riuscito ad avere continuità con i risultati e quando sei il Milan i risultati sono fondamentali. La decisione dell’esonero l’abbiamo presa dopo la partita e abbiamo fatto un errore a mandarlo in conferenza: chiedo scusa a Paulo e ai tifosi”, ha detto l’ex calciatore.
Ibra: “Conceiçao persona molto diretta, porta carattere”
“Capiamo i tifosi e abbiamo rispetto, siamo i primi a non essere soddisfatti e non lo saremo finché non raggiungiamo i nostri obiettivi. La Supercoppa è uno dei nostri obiettivi. La responsabilità non è solo dell’allenatore ma è condivisa con tutti, dobbiamo prendercela. Nel male e nel bene il Milan è sempre preparato per il prossimo step, non ci sono scelte dettate dal panico”, ha dichiarato Ibra. I motivi della scelta di Sergio Conceiçao ? E’ una persona molto diretta, porta carattere, è un vincente. Ha avuto esperienza di entrare a metà campionato e ha fatto molto bene. Ha fatto grandi risultati al Porto. Ieri è arrivato e ha voluto subito la squadra in campo a lavorare. Il nostro lavoro è metterlo nella condizione di fare il meglio possibile. Gli diamo il benvenuto”, ha concluso Ibrahimovic.
Conceiçao: “Lavorare tanto per dimostrare che siamo all’altezza”
“E’ un orgoglio e un piacere venire a lavorare in una squadra enorme così. La conosco da giocatore e da allenatore, l’ho affrontata tre anni fa e alcuni sono ancora qui. Un passo avanti importante. I tifosi sono l’anima, senza è difficile vivere e crescere. Dobbiamo rispettare questi valori e lavorare tanto per dimostrare che siamo all’altezza”, ha dichiarato Conceiçao che ha analizzato brevemente i motivi del suo ingaggio: “Se sono qui non è un buon segno, qualcosa non è andata bene. Non può essere colpa di una sola persona, ma di tante, che compongono la squadra. Dobbiamo adesso riflettere, non c’è tanto tempo per lavorare sulla prima partita con la Juventus, ma è ciò che è. Non ci lamentiamo, non cerchiamo scuse”.
“La mia situazione con il Porto non è stata un’uscita facile, non voglio parlarne. Le tempistiche non sono la cosa più importante. Ogni settimana in Portogallo mi mettevano su un’altra panchina. Si parla sempre, è normale. Non possiamo controllare le notizie. Per me non è importante quando, è stata una cosa veloce. Sono arrivato ieri, si è allenata la squadra, oggi presentazione, per me si poteva non fare. Però per il rispetto per voi… Tutto molto veloce. Alleno una delle migliori squadre al mondo storicamente, non potevo dire di no. Avevo altre situazioni di grandi squadre che rispetto, ma ho deciso subito”, ha aggiunto.
Non c’è una sola cosa che non ha funzionato al Milan
“Cosa non ha funzionato al Milan? Secondo me non c’è una sola cosa. Ci sono tante cose. Alcuni parlano di organizzazione, altri di problemi mentali, altri fisici. Penso che devo mandare un abbraccio a Fonseca, ha avuto periodi bellissimi, con partite che mi sono piaciute tanto e altre meno. Noi vogliamo essere sempre perfetti, ma non è possibile. Ci sono gli avversari. Ogni settimana è difficile in campionato e in Champions, dobbiamo essere preparati. Non voglio entrare in dettagli, non sarebbe corretto per un allenatore serio, bravo e che conosco da anni”, ha continuato l’allenatore portoghese che ha spiegato di essere intransigente rispetto all’atteggiamento che si aspetta dalla squadra. “Come ho detto ai ragazzi possiamo cambiare sistema, come si vuole, poi c’è spirito e mentalità, che non è negoziabile. L’intensità, la voglia di arrivare alla fine sapendo di aver dato tutto. Non è facile, sono un appassionato, sicuramente avete contato quante volte sono stato espulso, vivo intensamente e voglio che i giocatori vivano allo stesso modo. C’è da lavorare su questo, devono capire che gli devono brillare gli occhi quando entrano qui. Devono andare al limite. Poi c’è l’organizzazione e la preparazione della partita. Ma con questa mentalità saremo più forti”.
Conceiçao: “Per me il tiki taka è metterla dentro”
“Io vado avanti con le mie convinzioni con la squadra a livello di organizzazione e tattico. Per me il calcio è semplice: c’è una porta dove fare gol ed un’altra dove non prenderlo. Per me il calcio dominante è questo. Per me il tiki taka è metterla dentro”, ha spiegato ancora Conceiçao. “Questa squadra può arrivare in Champions? Faremo di tutto per arrivarci. C’è tanto lavoro da fare. Ci sono giocatori che in questo momento non possono giocare, importanti in questi primi 6 mesi, ma dobbiamo lavorare con quelli che abbiamo a disposizione. Ho fiducia in tutti loro, e quelli che sono disponibili andiamo a lottare per arrivare già in questa partita e vincerla. È chiaro, meglio averli tutti a disposizione, ma gli infortuni fanno parte del calcio”, ha aggiunto.
Conceiçao: “Giocatori tutti uguali, differenza la farà l’allenamento”
“Se ho già parlato con Theo e Leao? Per me i giocatori sono uguali per come gestisco lo spogliatoio. Non faccio la differenza se ha 17 anni o 37, dipende da cosa farà in allenamento. Se si lavora al massimo seriamente, non il massimo che pensano loro, c’è un altro limite. Non ci sono differenze”, ha continuato Conceiçao. “Nello spogliatoio loro sanno che il discorso è uguale per tutti. Dopo ci sono discussioni personali. A me piace capire tutta la storia dei giocatori che ho a disposizione, vado a vedere chi ha il papà, la mamma, c’è una storia dietro per avere dei comportamenti dentro la squadra”, ha aggiunto. “Se ho già sentito mio figlio Francisco? Ho cinque figli che sento tutti i giorni. Francisco a livello professionale sarà un avversario, a casa mio figlio”, ha aggiunto
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