Decide il gol di Giannetti a metà primo tempo. Nella ripresa annullato un gol a Milik

Un altro 0-1, ma questa volta non contro la prima della classe e per di più in casa. La Juventus non si scrolla di dosso i fantasmi di San Siro e scivola anche con l’Udinese, che non aveva ancora vinto nel 2024 e che compie a Torino un passo fondamentale verso la salvezza. Per i bianconeri è un tonfo inaspettato che fa male, perché maturato al termine di una prova incolore da parte della Vecchia Signora, incapace o quasi di mettere in apprensione l’avversario una volta incassato il gol di Giannetti a metà primo tempo, e perché di fatto cambia definitivamente o quasi le prospettive stagionali. L’Inter resta a più sette, regina di un campionato a parte, e il Milan adesso si avvicina pericolosamente a una sola lunghezza. Il margine sulla quinta in classifica resta rassicurante, ma Allegri sarà chiamato in particolare a lavorare in questa fase sulla testa dei suoi ragazzi per non perdere ulteriormente la rotta in virtù dello scadente ruolino di marcia di un punto raccolto nelle ultime tre giornate.

Un approccio timido, poi il gol di Giannetti

Allegri aveva preannunciato una Juve motivata, ma l’approccio al match dei bianconeri è tutto fuorchè battagliero e tambureggiante. Chiesa, che fa coppia con Milik, di rientro dalla squalifica e subito titolare in virtù dell’infortunio di Vlahovic, ci prova con un tentativo da fuori area al 7′, ma la verve dell’ex Fiorentina si adeguerà quasi subito alla mediocrità del resto della squadra. Locatelli annaspa, Weah – lanciato dal 1′ al posto di Kostic con Cambiaso dirottato a sinistra, non punge, l’attacco fatica anche perché i friulani, schierati da Cioffi con modulo speculare a quello della Vecchia Signora, si difendono con ordine e si affidano all’estro di Samardzic e Thauvin per ripartire. Come se non bastasse a metà del primo tempo un’amnesia difensiva costa cara alla seconda forza del campionato: la traiettoria velenosa della punizione di Samardzic sorprende la retroguardia bianconera e in particolare Alex Sandro, che di fatto consegna la palla a Giannetti per il più facile dei gol. La rete incassata sveglia solo in parte la Juventus, che si getta a capofitto in attacco ma è lenta e prevedibile nella sua manovra. Cambiaso con una percussione sorprende gli ospiti, il suo tiro cross viene intercettato da Milik che non riesce però a correggere in porta. Poco dopo primo vero intervento di Okoye sul tiro da fuori di Rabiot, ma la parata più importante – e difficile – il portiere friulano la compie prima dell’intervallo, di puro istinto sulla zuccata di Milik appostato in area sul cross di Alex Sandro.

Gol annullato a Milik nella ripresa

In avvio ripresa Allegri passa a quattro arretrando McKennie sulla linea della difesa, la Juve insiste nel palleggio e pur mettendo all’angolo l’avversario fatica a costruire occasioni. Milik viene murato dalla difesa dopo una galoppata di Rabiot sulla destra, poco dopo il polacco va a segno sugli sviluppi di un calcio d’angolo ma l’arbitro annulla perchè il pallone calciato da Chiesa era uscito al momento della battuta. Il tecnico toscano si gioca a quel punto la carta Yildiz, a metà tra la linea dei centrocampisti e gli attaccanti, eppure neanche questa mossa sortisce gli effetti sperati. Per l’assalto finale entrano anche Iling-Junior, Nicolussi-Caviglia e perfino Cerri, il ragazzo della Next Gen: ma questa volta i minuti di recupero non sorridono alla Juventus che deve alzare bandiera bianca e riporre definitivamente nel cassetto il sogno scudetto.

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