Il centrocampista indagato nell'ambito di un'inchiesta della procura di Torino. Il legale: "È sereno"

Secondo quanto apprende LaPresse da fonti investigative, il centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli è indagato nell’ambito di un’inchiesta della procura di Torino su alcune piattaforme illecite di scommesse online. Il suo nome sarebbe emerso mentre la squadra mobile di Torino, guidata da Luigi Mitola, stava analizzando un giro di scommesse illegali nell’ambito di un’indagine. Il giocatore non avrebbe alcun ruolo nell’organizzazione delle scommesse ma il suo nome sarebbe emerso tra i profili degli scommettitori. Le piattaforme in questione sarebbero senza licenza. Se si dovesse appurare che il giocatore ha scommesso anche sul suo sport, secondo la giustizia sportiva, potrebbe incorrere in una sanzione.

Le scommesse sportive non sono illecite a meno che non avvengano su piattaforme illegali, prive di licenza. Nel caso del 22enne Fagioli, inoltre, si potrebbero profilare anche problemi di giustizia sportiva: per tutti i tesserati è infatti vietato scommettere su qualsiasi partita di calcio. Se si dovesse accertare che è questo il caso, potrebbe rischiare anche la squalifica a 3 anni.

Fagioli è stato già interrogato dalla procura federale della Figc. È quanto apprende LaPresse sul caso del centrocampista indagato dalla procura di Torino nell’ambito di un’inchiesta sulle scommesse su piattaforme online illegali. La procura federale è stata dunque avvisata ed è già al lavoro sul caso. Secondo l’art. 24 del codice di giustizia sportiva, infatti, per tutti i tesserati è fatto divieto di scommettere, sia su piattaforme legali che illegali: “Ai soggetti dell’ordinamenokto federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle” (e “presso i soggetti non autorizzati a riceverle) “che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIGC, della FIFA e della UEFA” recita l’articolo. La violazione del divieto comporta “la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a tre anni e dell’ammenda non inferiore ad euro 25.000,00”.

Legale Fagioli: “È sereno, noi i primi ad andare in procura” 

Nicolò Fagioli “è sereno”, il calciatore della Juventus “ha un atteggiamento responsabile e trasparente in questa vicenda”. Così a LaPresse l’avvocato Armando Simbari, legale difensore del giocatore insieme al collega Luca Ferrari, nel caso che vede Fagioli indagato perché avrebbe scommesso su piattaforme illegali. “Il suo atteggiamento collaborativo è evidenziato dal fatto che noi siamo stati i primi ad andare alla procura federale”, spiega Simbari, che definisce Fagioli “concentrato sugli impegni con la sua squadra”. “Vedremo quali saranno gli sviluppi, siamo ancora in una fase preliminare, ma vogliamo sottolineare l’atteggiamento proattivo e trasparente sia con la procura ordinaria che con quella sportiva”. Nell’ambito dell’inchiesta della procura di Torino, il legale sottolinea che il giocatore “non ha un ruolo rilevante, anzi vuole dare il suo contributo alle indagini“. 

In una dichiarazione congiunta, i due avvocati spiegano: “Nella nostra qualità di legali di Nicolò Fagioli in riferimento alle notizie apparse sulla stampa in data odierna, possiamo rappresentare che il nostro assistito sta affrontando con responsabilità la vicenda, in un’ottica di massima trasparenza e collaborazione con l’Autorità giudiziaria ordinaria e sportiva, come dimostra il fatto di essersi attivato per primo e tempestivamente nei confronti della Procura federale. Nicolò è sereno ed è massimamente concentrato sulla Juventus e sul campionato”.

Signori: “È solo indagato, fattore mediatico supera quello umano”

Mi limito a dire che al momento è solo indagato”. Beppe Signori, contattato da LaPresse, commenta così il caso del centrocampista della Juventus, Nicolò Fagioli, indagato per presunte scommesse su piattaforme illegali. L’ex bomber della Lazio sottolinea il fattore umano che sta dietro a vicende come questa, evidenziando l’esigenza di trattare con cautela casi che travolgono la vita di una persona, al momento solo indagata. L’ex giocatore è stato arrestato nel 2011 per un caso di calcioscommesse e poi assolto nel 2021 dall’accusa di presunta combine in primo grado dal tribunale di Piacenza e poi da quello di Modena “perché il fatto non sussiste“.

In virtù dell’iter processuale seguito dalla giustizia ordinaria, il 1º giugno 2021, a dieci anni esatti dal giorno del suo arresto avvenuto nel 2011 nell’ambito dell’inchiesta della procura di Cremona sul calcioscommesse, venne riabilitato dalla Figc con un provvedimento di grazia emesso dal presidente Gabriele Gravina. La sua vicenda, dunque, non ha insegnato nulla? “Assolutamente no, il fattore mediatico supera quello umano” aggiunge Signori.

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