Alla Corte federale di Appello della Figc l'udienza per la rivalutazione della sanzione

Un occhio al campo e uno al tribunale. C’è attesa in casa Juve che oggi si giocherà un pezzo importante della prossima stagione. Non tanto contro l’Empoli, nel posticipo della 36esima giornata, che vede i bianconeri impegnati al Castellani, quanto nell’udienza presso la Corte federale d’Appello della Figc chiamata a rimotivare ed eventualmente rimodulare la penalizzazione di 15 punti in classifica inflitta al club bianconero in merito all’inchiesta plusvalenze.

Al via nuovo processo Juve davanti a Corte d’appello Figc 

È iniziato davanti alla Corte federale d’appello della Figc a sezioni unite il nuovo processo sul caso plusvalenze nei confronti della Juventus, dopo la decisione del Collegio di Garanzia di rimandare il procedimento davanti al tribunale di secondo grado per rimodulare la sanzione del -15 in classifica che era stata inflitta al club bianconero. La corte nella sua nuova composizione è presieduta da Ida Raiola. Le parti sono collegate da remoto. In apertura è prevista la requisitoria del procuratore federale Giuseppe Chiné che formulerà la nuova richiesta di sanzione. La decisione della Corte federale potrebbe arrivare in giornata ma non è da escludere che possa slittare almeno a domani. 

La vicenda 

È possibile uno sconto sui -15, dopo aver letto le motivazioni del Collegio di garanzia del Coni, che ha confermato in tutto la sentenza della precedente Corte d’appello del 20 gennaio. Il Collegio aveva accolto il ricorso della Juve, rinviando però gli atti alla giustizia della Figc per una nuova valutazione e sospendendo la penalizzazione di 15 punti. Il Collegio ha respinto i ricorsi di Agnelli, Arrivabene, Cherubini e Paratici, ma ha accolto quelli di altri 7 dirigenti: secondo i legali del club il conteggio della penalità non potrà non tenerne conto. Qualora questi profili risultino prosciolti si ipotizza una pena intorno ai 9 punti. L’organo si è riunito online in composizione differente rispetto alla prima volta. Sulla vicenda incide il secondo processo sportivo sulle manovre stipendi che prenderà il via attorno al 15 giugno, con giudizio di appello a luglio. L’indagine è partita dai controlli di Consob e Covisoc che hanno analizzato alcune operazioni di mercato poco chiare, che coinvolgevano tra le altre la Juve Le accuse della Procura di Torino vanno dalle false comunicazioni sociali alla manipolazione del mercato fino alle dichiarazione fraudolenta per operazioni inesistenti all’ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di vigilanza. Secondo l’accusa, il club ha utilizzato “manovre correttive” con l’obiettivo di “alleggerire” i bilanci e consentire quindi la “permanenza sul mercato” senza la “perdita” dei giocatori più importanti.

Udienza ricorsi F.C. Juventus S.p.A. e altri vs. FIGC
Udienza ricorsi F.C. Juventus S.p.A. e altri vs. FIGC

Le parole di Allegri alla vigilia

La Juve del futuro è un incognita e Max Allegri prova a mettere dei punti fermi, dribblando ogni esitazione ed incertezza. Il tecnico assicura che lui dalla Juventus non intende muoversi, qualunque sia l’esito e il futuro della Signora, che insegue quell’Europa di Champions che i giudici potrebbero sfilarle via in un colpo solo. “Io ho un contratto di due anni e per quanto riguarda la mia scelta non ci sono dubbi. Posso decidere per me e non per gli altri”, ha dichiarato con piglio deciso il tecnico alla vigilia della trasferta contro Empoli, che non sarà certamente una partita come tutte le altre. E non solo perché arriva a poche ore dalla decisione che può cambiare il futuro della Signora. Una vittoria può di fatto significare la certezza matematica della Champions e questo per Allegri è già un traguardo raggiunto, a prescindere dall verdetto della Corte Federale d’Appello: “Lo spirito deve essere quello di una squadra che deve avere una reazione dopo la sconfitta perché dobbiamo mantenere il secondo posto dopo essere arrivati due volte quarti. Alla sentenza che può arrivare non ci ho nemmeno pensato, dobbiamo tornare alla vittoria per togliere le scorie della partita di Siviglia, matematicamente ci servono tre punti per essere dentro le prime quattro”, ha sottolineato aggiungendo che “psicologicamente ormai siamo abituati a tutto e l’importante è concentrarsi e volere questo secondo posto, dobbiamo essere forti e lo siamo stati per tutto l’anno”.

Resta un grande punto interrogativo su quello che sarà il crocevia bianconero. Allegri però ci tiene a parlare del suo di futuro, su cui ha idee molto chiare. “Con la proprietà ho parlato e ho espresso i miei pensieri, poi mi confronto quotidianamente con Calvo e Scanavino ma ora non ha senso parlare di futuro. Le parole di Elkann di fine 2022 sul mio ruolo, mi hanno fatto piacere. Sono sempre stato a disposizione delle società in cui ho lavorato e sento di avere una responsabilità verso l’azienda. Se mi dicono aziendalista mi fanno un complimento”, ha spiegato senza tralasciare il fatto che se si è allenatore “sei responsabile dell’area sportiva e insieme alla società devi scegliere il meglio per ottenere i risultati dentro e fuori dal campo”. Max sente comunque la fiducia del club, costretto a congelare ogni mossa e ogni iniziativa. Tutto ruota attorno al caso plusvalenze. Senza dimenticare che all’orizzonte c’è da fare i conti anche con le conseguenze della manovra stipendi.

L’eliminazione dall’Europa League

Le scorie della mancata finale di Europa League restano. E lasciano anche qualche scia polemica. “L’analisi di Szczesny dopo Siviglia? Quando si giocano le partite bisognerebbe stare sempre zitti. Infatti già faccio fatica io a parlare perché comunque a caldo si possono dire cose inesatte. Io tante volte vedo le partite e la sensazione che ho sul campo magari può essere diversa perché c’è una componente emotiva molto forte. La squadra a Siviglia ha fatto tutto quello che poteva fare”, è stata la stilettata del tecnico che in vista di Empoli potrebbe non schierare Vlahovic febbricitante. E anche Rabiot è malconcio. Ma al di là di infortuni o acciacchi, il clima non è dei più tranquilli. Lo si percepisce dalla domanda sulla condivisione o meno del progetto tecnico da parte dei giocatori. “Non so le parole esatte che ha detto Szczesny. Poi lui non conoscendo bene l’italiano magari ha un po’ sbagliato nell’uso dei termini. Per quanto riguarda Cuadrado ha fatto una battuta. Credo che alla Juventus un allenatore deve giocare a seconda delle caratteristiche della propria squadra e dei giocatori che ha a disposizione. Si poteva fare meglio ma si poteva fare peggio”. Lo certificherà questo finale di stagione. Tutto da scrivere. E non solo in campo.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata