Scontri sventolando bandiere diverse, nel nome dei club che dicono di rappresentare in giro per l'Europa. Ma di sport non c'è proprio niente

Battaglie sventolando bandiere diverse, nel nome dei club che dicono di rappresentare in giro per l’Europa. Ma di sport non c’è proprio niente. Gli scontri nel centro storico di Napoli, prima e dopo la sfida di Champions League tra gli azzurri e l’Eintracht Francoforte, sono solo le ultime, tristi scene di un film già visto in passato. Protagonisti indiscussi, i membri del tifo organizzato, che diviso tra gemellaggi, anche tra paesi diversi, e fazioni rivali porta avanti le sue azioni violente a suon di vendette e provocazioni. Veri e propri atti di guerra. Con l’Italia, purtroppo, spesso e volentieri scelta come teatro di battaglia.

In tema di gemellaggi, non è un mistero quello, particolarmente solido, tra gli ultras dell’Eintracht e quelli dell’Atalanta. I tifosi ‘veri’ bergamaschi si sono dissociati dagli scontri, mentre – è la tesi del prefetto di Napoli – gli ‘estremisti’ avrebbero aiutato i renani, arrivati in Campania senza il biglietto. Un legame che emerse anche in occasione degli scontri tra tifosi dell’Eintracht e della Lazio nel 2018 e nel 2020, che videro l’infiltrazione di ultras atalantini. In occasione della sfida di Europa League con i biancazzurri, gli hooligan tedeschi si resero protagonisti di atti di vandalismo nel centro della Capitale. Supporter laziali che, invece, in Europa sono legati a quelli di Real Madrid e West Ham. Gli ultras dell’Eintracht storicamente si dichiarano nemici di quelli con i colori di Monaco 1890 e Borussia Dortmund, gemellati con il Napoli (i gialloneri sono pure legati alla tifoseria del Catania), e vicini alla Roma, la cui tifoseria organizzata è storicamente avversaria di quella partenopea (ultimo episodio, gli scontri dell’8 gennaio sulla A1). Delle tensioni tra i tedeschi e i tifosi del Napoli si aveva già avuto un ampio assaggio tra il 20 e 21 febbraio, in occasione della sfida di andata in Germania, con una vera e propria ‘caccia all’uomo‘ che aveva portato a scontri e aggressioni nei ristoranti e a un totale di 33 arresti tra i tedeschi. Un’azione ‘in favore’ degli ultras azzurri, invece, si può considerare quella che a febbraio, dopo la sfida tra Roma e Empoli, portò una cinquantina di hooligan della Stella Rossa di Belgrado, gemellati con gli ultras partenopei, a requisire con violenza fuori dall’Olimpico uno stendardo degli ultras giallorossi del gruppo Fedayn. Stendardo che venne esposto un paio di settimane dopo in segno di conquista e poi bruciato.

Nemmeno a dirlo, la curva romanista è alleata con quella del Panathinaikos, avversaria degli ultras di Belgrado e dopo il furto uno striscione di solidarietà ai giallorossi apparve nella curva dei greci. Tra le allenze a livello europeo del Napoli, si segnalano anche quelle con il Psg e il Nizza e, sempre restando in Francia, l’accesa rivalità con i tifosi dell’Olympique Marsiglia. Si ricordano ancora gli scontri violenti che nel novembre 2013, in occasione di Napoli-Marsiglia, portarono un gruppo di ultras partenopei ad assaltare il bus dell’OM. Un’azione studiata per vendicarsi delle tensioni che avevano segnato il match di andata. Una sessantina di supporter del Marsiglia venne fermata dalla polizia in possesso di machete e asce. Restando alle squadre transalpine, la tifoseria organizzata del Nizza è anche gemellata con quella dell’Inter, ed ecco spiegato il ‘contributo’ degli ultras rossoneri negli scontri del 26 dicembre 2018, in occasione di Inter-Napoli a San Siro, che portarono all’uccisione di Daniele Belardinelli, tifoso del Varese (i cui supporter sono alleati con quelli interisti). L’Italia, poi, visse un’altra terribile giornata nel febbraio 2015, in occasione di Roma-Feyenoord, quando migliaia di ultras olandesi invasero il centro di Roma, ingaggiando una battaglia con le forze dell’ordine. Le immagini della devastazione della fontana della Barcaccia fecero tristemente il giro del mondo. In seguito, sei hooligan del Feyenoord vennero condannati.

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