Decisive le reti di Kvaratskhelia e Rrahmani

 La Lazio è dimenticata, l’Eintracht Francoforte è avvisato. Il Napoli rende piccola piccola l’Atalanta dominando al ‘Maradona’ e allungando ancor più in vetta alla classifica, con l’Inter che precipita a meno 18 dalla capolista che ormai non nasconde più i propri sogni tricolore. I campani capitalizzano la propria superiorità solo nella ripresa, con la magia di Kvara e la zuccata di Rrahman, per un successo in realtà mai in discussione. Cambiano gli interpreti (Gollini e Politano dal 1′ al posto di Meret e Lozano out per infortunio) ma non la ricetta: intensità, pressione, possesso palla le armi con cui i ragazzi di Spalletti hanno piegato le resistenze dei lombardi, in partita per 45 minuti ma costretti alla fine ad alzare bandiera bianca. Per la terza partita di fila la Dea non è riuscita a trovare la via del gol, un dato anomalo sotto la gestione Gasperini e un piccolo campanello d’allarme in vista del finale di stagione. La zona Champions si allontana e il rischio per gli orobici adesso è quello di rimanere in una pericolosa terra di mezzo, visto che il margine sul settimo posto resta considerevole. Spalletti conferma la formazione vista contro la Lazio – eccezion fatta per l’inserimento di Politano al posto dell’infortunato Lozano – ma all’ultimo momento perde anche Meret per un problema al polso. Poco male, perché Gollini che prende il suo posto tra i pali nel primo tempo è praticamente inoperoso. Il Napoli, nonostante l’impegno di Champions League alle porte, stritola l’Atalanta con un possesso palla inebriante e con una pressione che mette in difficoltà Toloi e compagni, che cercano di appoggiarsi a Zapata e Hojlund – la coppia d’attacco pesante schierata da Gasperini, che rinuncia alla velocità e ai guizzi di Lookman optando per una squadra più fisica. La mossa non sortisce gli effetti sperati perché il primo tempo è un monologo azzurro. La capolista nei primi 45 minuti si fa notare per un tentativo in avvio di Politano, respinto da un attento Musso, e per una serpentina di Kvaratskhelia disinnescata con il petto dal portiere argentino. Ancora Politano, tra i più ispirati nell’undici dei padroni di casa, sfiora il vantaggio prima dell’intervallo. Il Napoli, forte del vantaggio in classifica e di una superiorità atletica e tecnica, non si scompone e raccoglie i frutti del proprio predominio in campo nella ripresa. Se l’Atalanta infatti nel lato a del match in qualche modo era riuscita a tener botta alla mareggiata azzurra, nella ripresa – nonostante l’ingresso di Muriel per uno spaesato Hojlund – mette sotto assedio la porta nerazzurra. Osimhen in rovesciata su invito di Politano strappa gli applausi del ‘Maradona’, poco dopo di testa va a un soffio dall’1-0. Quando non segna il nigeriano ci pensa però il suo compare Kvara a metter le ali al Napoli. L’esterno georgiano fa tutto da solo al 14′ e con uno slalom gigante ubriaca di finte mezza difesa atalantina prima di battere Musso con un siluro sotto la traversa. Il gol incassato ‘sveglia’ la Dea, che per la prima volta impegna l’ex di turno Gollini con un rasoterra di Muriel, preludio al colpo di testa centrale di Zapata sul corner successivo. La coppia old school dell’Atalanta (Lookman entrerà solo a gara ormai chiusa) cerca di dare la scossa di cui gli ospiti hanno un disperato bisogno, ma a un quarto d’ora dalla fine il Napoli fa calare il sipario sul match: angolo di Elmas e colpo di testa vincente di Rrahmani, che brucia Zapata e batte un Musso non perfetto. A differenza di un Napoli sempre più bello e lanciato verso lo scudetto. 

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