Martedì sera a Wembley la prima semifinale
Due nazionali simili, che hanno nel centrocampo il loro punto di forza e un gruppo giovane desideroso di stupire. Roberto Mancini prepara il match con la Spagna che vale un posto in finale all’Europeo: prima di partire nuovamente per Londra il gruppo azzurro ha lavorato nel quartier generale di Coverciano, ricaricando le pile e analizzando i punti di forza, e quelli deboli, degli uomini di Luis Enrique. La ‘Roja‘ non è la squadra strepitosa di dieci anni fa, ha cambiato tanto nell’ultimo biennio ma resta una selezione ricca di talento. La Nazionale però, arrivata a questo punto, non teme più nessuno e non si nasconde. Lo ricorda Nicolò Barella, determinante nello sbloccare il match con il Belgio, moschettiere della linea mediana e affamato di successi. “Il mister ci ha inculcato una mentalità vincente e vogliamo tenere sempre il pallino del gioco: credo quindi che si sfideranno due squadre molto simili”. Che fanno del possesso palla il loro credo.
“Abbiamo fatto un lavoro importante, penso che la forza di questa squadra sia il gruppo. C’è unità di intenti, è quello che ci ha portato fin qua e che cercheremo di portare avanti fino alla fine – ha aggiunto Barella – Il centrocampo è il reparto da cui passa un po’ di più il gioco. Jorginho e Verratti sono due fenomeni, fanno girare tutta la squadra. Io cerco di pensare un po’ di più all’inserimento”. Come la perla d’autore che ha indirizzato il match contro il Diavoli Rossi. Il tuttofare nerazzurro ha inflitto una delusione al compagno di squadra Romelu Lukaku. “Ero contento per me, ma dispiaciuto per lui – ha ammesso – Sono sicuro che in futuro potrà togliersi altre soddisfazioni”. Il presente sorride agli azzurri, anche se il successo ottenuto sul Belgio non è stato celebrato a dovere a causa del grave infortunio subito da Leonardo Spinazzola. “Segnare è sempre emozionante, all’Europeo è ancora più bello, ma è stata una situazione un po’ strana, rientrare nello spogliatoio e non festeggiare una vittoria per quello che è successo a un tuo compagno, che fino a quel momento era stato il migliore – ha raccontato il centrocampista – Mi dispiace tantissimo per lui, non possiamo far altro che renderlo orgoglioso in un altro modo”. Ovvero salire sul trono d’Europa, anche se la Spagna resta un brutto cliente nonostante l’epopea dei successi raggiunti con Xavi e Iniesta, Sergio Ramos e Piqué, sia finita da tempo. “Speriamo di far meglio rispetto a quello che hanno fatto loro – racconta un insaziabile Barella – Quello è stato un centrocampo veramente incredibile. Ora ci sono Busquets, Pedri e Koke. Sarà una bella partita, cercheremo di battere il loro centrocampo”.
Difficile ipotizzare che il ct possa cambiare qualcosa sulla linea mediata, anche se Locatelli scalpita e ha dimostrato di essere un titolare aggiunto in questo torneo. Inevitabile invece l’avvicendamento di Spinazzola sulla corsia mancina, con Emerson Palmieri in rampa di lancio sostituto naturale. “E’ un grandissimo calciatore, non c’è preoccupazione ma solo fiducia – ha assicurato Barella- Ha vinto la Champions League e gioca in una grandissima squadra. Ci darà una mano, ha già giocato tantissime partite con noi”. Quella di Wembley però potrebbe essere quella più importante della sua carriera in azzurro.
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