Dalla fascia del Milan a quella della Nazionale: un equilibrio ritrovato
Mancano ormai poche ore al momento del suo debutto da capitano della Nazionale. Leonardo Bonucci è pronto a stringersi attorno al braccio la fascia del comando. "È il sogno di tanti bambini arrivare fin qui. Voglio dimostrare di essere all'altezza", ha detto in conferenza prepartita.
Contro l'Arabia Saudita scenderà in campo con un nuovo carico di responsabilità sulle spalle. Un fardello che gli ha lasciato in eredità il suo ex compagno di squadra Gianluigi Buffon e che Bonucci ha accolto con entusiasmo. Perchè è così che il difensore di Viterbo è abituato ad accettare ogni nuova sfida: con lo stesso trasporto di un bambino che con occhi sognanti insegue un pallone.
Lo aveva dimostrato già la scorsa estate. Era il 15 luglio del 2017 quando attraverso i suoi profili social l'ormai ex numero 19 bianconero si congedava dal club in cui aveva trascorso sette lunghi anni di carriera: "Rimane l'orgoglio per i successi ottenuti e per aver fatto parte di una grande famiglia", scriveva su Instagram. Così diceva addio a Torino e alla Juventus. Senza guardarsi indietro. Quasi ignorando le critiche che una tifoseria delusa dalla sua inaspettata dipartita gli rivolgeva.
Approda al Milan mentre nel mondo del calcio italiano scoppia un vero e proprio caso Bonucci. Subito trova il modo di ripristinare un equilibrio che gli permetta di ripartire da zero.C'è una scommessa da vincere. Si è appena sfilato di dosso la maglia della Juventus, con la quale ha vinto ben sei scudetti, eppure non ha alcun tipo di ripensamento. Subito indossa la casacca rossonera e inizia a lavorare con intensità.
Ad appena un mese di distanza dal giorno del suo arrivo il tecnico Vincenzo Montella, d'accordo con la società, gli assegna la fascia da capitano del Milan. Con lui al comando lo spogliatoio del Milan si prepara ad affrontare una stagione segnata già in partenza da profonde novità.
All'inizio non è stato semplice. Come spesso accade quando si veste il ruolo del leader Bonucci diventa il capro espiatorio di un Milan che non sa soddisfare le aspettative di società e tifosi. "La forza di credere nei propri obiettivi è quello che ci rende indietro la voglia di continuare", scrive il capitano rossonero dopo la sconfitta nel primo derby della stagione. Bonucci non gioca bene: a novembre, a Udine, confeziona, in collaborazione con Donnarumma, un clamoroso autogollonzo che dà il pari (1-1) ai friulani. Forse è il punto più basso dei suoi primi mesi al Milan.
Il periodo di flessione dell'intera squadra prosegue fino a quando il nuovo allenatore Rino Gattuso riesce a dare una scossa al gruppo. Con lui Bonucci s'intende subito: i due sono fatti della stessa pasta, quella di chi non si arrende. Il mister rossonero lo definisce un 'martello' e lo conferma capitano di un Milan che presto ricomincia a volare.
Nell'arco della stagione, tra campionato, Europa League e Coppa Italia, Bonucci ha collezionato 51 presenza, trascorrendo in campo ben 4501 minuti. Ha messo a segno due reti, una proprio nel match contro la Juventus del 31 marzo. Ha trascinato la sua squadra fino alle qualificazioni alla prossima edizione dell'Europa League. La sua scommessa l'ha vinta.
Ora è pronto a scommettere ancora e lo fa a partire dalla fiducia che il nuovo ct della Nazionale gli ha dimostrato. Guiderà l'Italia in un periodo difficile: la maglia azzurra è finita molto in basso. C'è molto lavoro da fare per tirarla su. Bonucci, dicono a Coverciano, è pronto a farlo.
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