Vittoria enorme per il numero di gol ma soprattutto per la valenza psicologica

Quando sembrava che tutto stesse per precipitare nell'imbuto di una stagione maledetta, la Juventus ha cavato dal cilindro una vittoria enorme non tanto per la portata tecnica quanto per la valenza psicologica. Vittoria che si è materializzata in rimonta (per due volte) e, soprattutto, in inferiorità numerica per più di un'ora. E' difficile stabilire se quello di Udine possa essere considerato un punto di svolta per i campioni d'Italia, di sicuro è una di quelle prestazioni che lasciano e lanciano un segno positivo. Insomma, la Juventus c'è, anche se non è più (o ancora) quella del passato, anche se ha palesi difficoltà a gestire la fase difensiva, anche se gli infortuni ne stanno mortificando la cifra qualitativa. Sotto il diluvio, i bianconeri hanno tirato fuori il carattere antico, una rabbia agonistica fino ad ora non pervenuta sugli schermi del campionato: sei reti (a 2) non sono una banalità, a dispetto della inusitata morbidezza di un avversario molto deludente.

Siccome quest'anno nulla può e deve essere semplice per la Juventus, la partita di Udine è cominciata con la rete di Perica dopo 7 minuti (doppio errore di Rugani e Chiellini) e con la necessità di recuperare, più o meno come era accaduto contro lo Sporting mercoledì scorso, con la differenza che la quadra di Delneri non ha la medesima tenuta stagna e la stessa tignosità dei portoghesi. Così i campioni d'Italia hanno potuto imbastire la rimonta e il sorpasso sotto una pioggia battente, prima grazie a un autogol paradossale di Samir (14', corner di Dybala) e poi con in colpo di testa in tuffo di un liberissimo Khedira. C'è stato anche spazio per un palo di Higuain, il quale deve aver capito che in questo periodo la porta potrebbe esser larga addirittura 15 metri che non riuscirebbe a sbatterla dentro. Però il Pipita è in netta ripresa e lo si è visto.

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