E' una pianta perenne rizomatosa molto robusta appartenente alla famiglia delle ranuncolacee

A pochi giorni dall’inizio del mese di dicembre vorrei aprire un mini ciclo parlandovi delle piante che più di altre caratterizzano il Natale. Inizierò oggi con il parlarvi dell’Elleboro, una pianta protagonista del Natale, bella come il sole, e avvolta da miti e leggende davvero curiose.

L’Elleboro è una pianta perenne rizomatosa molto robusta appartenente alla famiglia delle ranuncolacee, possiede foglie sempreverdi e non supera l’altezza di 40 cm. Le foglie sono coriacee e di un verde scuro. Ne esistono circa trenta specie, fra cui la più famosa è l’Helleborus Niger, comunemente chiamata Rosa di Natale, e sono tutte originarie dei paesi mediterranei, ad eccezione di una specie (Helleborus thibetanus), che vive e prospera in Estremo Oriente.

Il motivo per cui viene chiamata Rosa di Natale è dato dalla sua bellissima fioritura che, grazie ad una piccola forzatura di coltivazione, esplode in questo periodo anticipando di circa un paio di mesi il suo naturale ciclo, che vede lo sbocciare dei suoi fiori da gennaio a marzo. Come fosse un Bucaneve, o forse proprio un suo alleato nel rompere il manto di neve ghiacciata per splendore ai tiepidi raggi solari di questa stagione, l’Elleboro fiorisce e stupisce in un momento in cui davvero poche piante se la sentono di osare. Con una palette di fioritura che può variare, in base alle specie, tra i toni del bianco, del rosa, del porpora e del verde pallido, questa pianta deliziosa colora di gioia il momento dell’anno che più di tutti fa della gioia il suo vessillo: il Natale.

La rosa di Natale (da non confondere con la Stella di Natale, di cui vi parlerò la prossima settimana) è una pianta perenne e da esterno. Quindi, per vederla fiorire rigogliosa, posizionatela sui davanzali esterni, nelle fioriere insieme alle altre piante, o anche da sola, in una bella ciotola rotonda al centro del terrazzo, e vi ricorderà che il 25 dicembre sta per giungere. In casa, invece, dopo un paio di settimane, l’Elleboro mostrerà il suo patimento. Se proprio lo volete tenere in appartamento, magari per il periodo delle festività, sistematelo nella zona più fredda della casa e possibilmente vicino ad una finestra. Ma appena sarà possibile, in modo graduale per non fargli subire uno shock termico, riportatelo all’esterno, nel suo habitat. Si tratta di una pianta che predilige un’esposizione prevalentemente ombreggiata e che necessita di un terreno ricco e con un buon drenaggio; va concimata una volta in estate e una volta all’inizio della stagione invernale e non richiede altre particolari cure.

E veniamo, infine, ai miti e alle leggende. Vi siete mai chiesti il perché si dice “a quello servirebbe l’Elleboro?”. Ho scoperto che nell’antica Grecia era considerata una pianta miracolosa per le sue proprietà medicinali e che fosse in grado di curare la pazzia, mentre nella tradizione popolare contadina la presenza dell’Elleboro nei campi assumeva una funzione profetica per l’andamento del raccolto.

Comunque sia, e per qualsiasi motivo lo si voglia, l’Elleboro è davvero una pianta molto bella, e i suoi fiori sono perfetti per decorare le festività in arrivo. E poi, in fondo, un po’ matti lo siamo tutti, per cui, a questo Natale, non facciamoci mancare una piantina di Elleboro, non si sa mai.

L’ultimo fiore all’occhiello

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