Tempo di partire per le ferie, ecco alcuni suggerimenti per curare le piante quando si è assenti

Con l’estate che avanza, il caldo che aumenta e la stanchezza che si moltiplica, anche per il fiore all’occhiello è arrivato il momento di prendersi una vacanza e partire per un viaggio. Ci rivedremo a settembre, perché il viaggio sarà lungo e cercherò di fare più incontri possibili, di persone? Anche, ma soprattutto di fiori e di piante da raccontare. Prima di salutarci, però, ancora una cosa ve la voglio raccontare. È un pensiero fisso che mi assale poco prima di ogni partenza: come farò con le mie piante? Chi si prenderà cura di loro? Chissà come le troverò al mio rientro, e chissà se l’amico, la sorella o il vicino faranno un buon lavoro?

Esistono diversi stratagemmi per la cura delle piante in nostra assenza. Uno su tutti, l’impianto di irrigazione automatico, ma non sempre è semplice da realizzare soprattutto all’interno dell’appartamento. Il metodo dello stoppino con un capo immerso in una bottiglia piena d’acqua e con l’altro nella pianta da innaffiare risulta sempre un buon rimedio, oppure, ancora, la bottiglia piena d’acqua con il tappo microforato infilzata nel vaso potrebbe risultare utile. Certo è, che se affiderete a qualcuno la cura delle vostre piante, non dovrete più preoccuparvi di nulla e potrete rilassarvi allegramente durante le vostre vacanze. Ciò nonostante, potrebbe capitare che al vostro rientro qualcosa non sarà andato per il verso giusto. Infatti, anche se la persona che se ne occuperà sarà stata ligia alle vostre indicazioni e le avrà seguite alla lettera senza commettere errori, potreste ugualmente trovare qualcuna delle vostre amiche piante in condizione di sofferenza. Foglie con le punte secche, alcune ingiallite, il cactus con la base molliccia, e le orchidee, non si capisce il motivo, alcune troppo bagnate, altre completamente asciutte.

Trovandole così, è possibile percepire tutto il loro dispiacere. Si erano ripromesse di meravigliarti al tuo ritorno, e invece. Che poi, a pensarci bene, non è nemmeno tanto colpa di chi se ne è preso cura, anche se, a dirla tutta, il cactus gli urlava forte di non innaffiarlo, ma bisognerebbe conoscere la lingua, ed in fondo lui, le tue piante, non poteva conoscerle come te. Ed è proprio questo il nodo cruciale, il grande dilemma, la risposta.
Le tue piante sei solo tu a conoscerle bene. Tu che te ne prendi cura tutti i giorni, che le vedi, che le osservi, che sai ad esempio, che le orchidee che hai sul davanzale in soggiorno sono più assetate delle altre due che hai in bagno e per questo le innaffi in modo differente. E come per le orchidee, ciò vale per tutte le altre, gerani compresi.

Quindi, in prossimità di ogni partenza, al fine di assicurare alle vostre piante una corretta innaffiatura, organizzatevi come meglio credete ma non disperatevi se al vostro ritorno, nonostante tutto ciò che avrete fatto per loro, qualche pianta avrà sofferto. Coccolatele, pulite loro le foglie, togliete le parti secche e, se serve, innaffiatele e concimatele. Insomma, fate sentire loro che siete tornati, e con buone probabilità diverranno nuovamente felici e rigogliose. Le siete mancati, tutto qui.
Buona estate a tutte e a tutti!

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