Parte a Sharm El-Sheik il vertice Onu sul cambiamento climatico: vi partecipano i rappresentanti di 196 Paesi

La sicurezza energetica, diventata ancora più urgente con la guerra in Ucraina, le risorse ai Paesi più deboli affinché possano crescere in modo sano, e la questione dell’adattamento al riscaldamento globale. Sono questi i principali nodi sul tavolo della Cop27, il vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che apre i battenti oggi a Sharm El-Sheik in Egitto, e che andrà avanti per 12 giorni; due settimane in cui 196 Paesi del Pianeta si troveranno a discutere di impegni sul taglio delle emissioni di gas serra, di come rendere decarbonizzate le economie e di come garantire una crescita sostenibile.

Riuscire a mettere a disposizione strumenti adeguati alle economie più deboli per far fronte al riscaldamento globale e provare a crescere in modo sostenibile è uno degli elementi che caratterizzeranno la 27esima Conferenza delle parti. Le previsioni lasciano presumere che si raggiungerà un accordo, dopo che l’anno scorso alla Cop26 a Glasgow si era rischiato di far saltare tutto. Altro tema fondamentale per la Conferenza mondiale di quest’anno, visto che ci si ritrova in Africa, sarà l’adattamento ai cambiamenti climatici. E sotto i riflettori, anche in seguito agli impatti dovuti alla guerra in Ucraina, non potrà non esserci la transizione energetica.

I finanziamenti saranno un nodo cruciale; alla Cop26 è stata riconosciuta la necessità di mettere a disposizione fondi da parte dei Paesi sviluppati per risarcire perdite e danni a chi è rimasto indietro o semplicemente ancora non è riuscito a svilupparsi; ma non sono stati forniti ulteriori dettagli. Riflettori puntati anche sulla capacità di adattamento. L’Africa è altamente vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico, quindi l’attenzione si concentrerà sulla capacità di adattamento agli impatti. Verrà data molta importanza alla cooperazione internazionale.

Altro tema chiave è poi la transizione energetica. L’impennata dei prezzi dell’energia può aver accentuato la necessità di reperire combustibili fossili nel breve periodo, ma – secondo osservatori ed esperti – non ha scalfito l’importanza della transizione energetica e delle infrastrutture rinnovabili nel lungo termine. Quello cui si guarderà saranno i segnali sulla velocità con cui vengono intraprese le azioni per combattere il cambiamento climatico; quindi il ritmo impresso alla transizione ecologica.

Secondo il Wwf crisi energetica e crisi climatica sono “due facce della stessa medaglia”. Secondo l’associazione “tutti i governi devono moltiplicare in modo esponenziale l’azione per assicurare che l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale venga conseguito, e lasciare alle generazioni future un Pianeta vivibile”. Parliamo, in sostanza, di transizione ecologica come equilibrio per arrivare a una nuova occasione di sviluppo. Per farlo, guardando all’Italia, il Wwf vede come primo passo l’approvazione di una legge quadro sul clima in modo che si possa arrivare a tagliare in modo deciso le emissioni di gas serra puntando entro il 2035 all’obiettivo del 100% di rinnovabili nel settore elettrico, nei trasporti e nel riscaldamento.

E anche se il tema viene rimandato già da qualche anno, sul tavolo della prossima Cop potrebbe esserci la questione legata al futuro della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici – l’Unfccc (United Nations framework convention on climate change) che organizza il vertice mondiale. La Cop27 sarà anche un’opportunità per misurare il clima politico dopo un anno difficile: i negoziati riveleranno le ‘reali’ conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina, oltre le ricadute generate dalla crisi dei prezzi delle materie prime e al di là del fronte energetico.

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