Nessuna novità durante il secondo giro di consultazioni. Tra le ipotesi: incarico esplorativo a Casellati
La situazione non si è sbloccata, anzi il percorso nel secondo giro di consultazioni al Quirinale, per la formazione del nuovo governo, è tornata improvvisamente "ingarbugliata". Dal quasi ottimismo mattutino al Colle, repentinamente e improvvisamente si è ripiombati dell'incertezza, nei giochi di potere, nei tatticismi e soprattutto nei veti che ora diventano incrociati, dopo le parole di Silvio Berlusconi a microfoni aperti nella Loggia d'onore e infine con la replica di Luigi Di Maio.
Sergio Mattarella ha ascoltato, ha preso nota e ha 'apprezzato' la posizione degli schieramenti politici in merito alla crisi in Siria. Il capo di Stato però lancia un messaggio chiaro e senza fraintendimenti "il tempo si sta esaurendo" serve una "soluzione rapida", il che vuole dire che senza un accordo politico basato su una alleanza il presidente della Repubblica utilizzerà tutti gli strumenti in suo possesso per fare in modo che si formi un governo.
Il terzo giro di consultazioni è ormai escluso, perché ripetono fonti del Colle, "questo non è il club del giovedì", ovvero un appuntamento fisso settimanale nello studio alla Vetrata. Inoltre viene ricordato che la fase di ascolto portata avanti dal capo dello Stato è una consuetudine e non uno percorso previsto da alcuna legge costituzionale. Ecco allora che Mattarella potrebbe dare qualche giorno in più, lasciare quindi il weekend libero per una ulteriore e breve pausa per riflettere, e qualora non ci fosse un segnale da parte delle due forze politiche chiamate in causa, Lega e M5S, la strada sarebbe già tracciata: un incarico esplorativo affidato, molto probabilmente a Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato.
Al prossimo giro saliranno al Colle le alte cariche, prima il presidente emerito Giorgio Napolitano, poi a seguire il presidente della Camera, Roberto Fico, e infine, la titolare di palazzo Madama. È a quel punto, sempre ammesso che la notte non porti consiglio, e che la situazione non si sblocchi improvvisamente, Mattarella, non prima di martedì (lunedì si troverà a Forlì per la cerimonia in occasione del 30° anniversario della morte di Roberto Ruffilli), scioglierà la sua riserva e traccerà il percorso verso un esecutivo necessario per il paese, soprattutto per la crisi internazionale che si sta complicando. Non si esclude al Quirinale una soluzione terza, una figura che esuli dalle beghe di potere tra centrodestra e M5S. Salvini ha già detto, e anche chiaramente, che dovrà essere la coalizione a indicare il 'nome' e quello di Giancarlo Giorgetti potrebbe essere quello giusto. Il problema è Luigi Di Maio, che non ha alcuna intenzione di mollare la presa perché, show di Berlusconi a parte, la sola presenza del Cav con il mantello invisibile farebbe saltare il banco.
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