L'intervista a Mary Melone, suora teologa appartenente alle suore francescane angeline. Bergoglio disse: "Il Vaticano era molto maschilista"
Negli ultimi dieci anni, il numero delle donne che lavorano in Vaticano ha raggiunto quota 1.165. Alcune di loro sono in ruoli dirigenziali. Il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ad esempio, ha una Segretaria. Anche la segreteria generale del Sinodo ha una Sottosegretaria. C’è una direttrice ai Musei Vaticani e una religiosa è Segretaria generale del Governatorato del Vaticano. Segno che qualcosa sta cambiando anche nello Stato più piccolo del mondo.
“Il Vaticano era molto maschilista. Ma fa parte della cultura, non è colpa di nessuno. Si è sempre fatto sempre così”, ha ammesso Bergoglio in un’intervista a Infobae, specificando però che “il maschilismo è cattivo” e che “a volte il celibato può portarti al maschilismo”. Motivo per cui Papa Francesco ha voluto mettere più donne in ruoli importanti. “In questi dieci anni, Papa Francesco ha avuto il merito di dare un riconoscimento all’opera delle donne nella Chiesa che, però, non nasce con il suo pontificato. Noi siamo un esercito. Le donne, non parlo solo delle religiose, sono nella Chiesa una catena che permette la realtà quotidiana del vissuto ecclesiale. Questo il Papa ha avuto il merito di metterlo in evidenza e creare un riconoscimento”. A parlare è suor Mary Melone, suora teologa appartenente alle suore francescane angeline, prima donna a ricoprire la carica di Rettrice di un’università pontificia: dal 2014 al 2019 è stata, infatti, rettrice della Pontificia università Antoniana. “È stata una cosa un po’ insolita perché il sistema universitario della Santa Sede a Roma ha 21 istituzioni, quindi non poche. Di queste 7 sono università. L’Antoniana è una delle più piccole e ha un sistema di governo maschile perché il sistema della Santa Sede è anche legato all’ordinazione sacerdotale”, spiega la religiosa. “Ci sono delle università che non hanno proprio la possibilità di avere una rettrice perché nello statuto è assolutamente richiesto che sia un sacerdote, un vescovo. L’Antoniana però è un’università di francescani. E i francescani – ricorda – hanno nel dna la complementarietà uomo-donna, da Francesco e Chiara”.
Nel corso del suo rettorato, spiega a LaPresse, suor Mary non si è sentita trattata diversamente da nessuno. “Mi hanno trattato sempre con rispetto e apprezzamento. Non ho mai subìto alcun pregiudizio. Anche da parte degli altri rettori”. Però, tiene a precisare, “donne e uomini hanno un modo diverso di gestire le cose, non tanto dal punto di vista dei contenuti, quanto da quello della cura diversa che mettono nei rapporti. Le donne hanno un modo differente di vedere le relazioni”. E sulla possibilità che sempre più ruoli apicali nella Chiesa vengano estesi in tal senso, sottolinea: “Ci sono porte da aprire, perché noi donne non abbiamo diritto a un posto particolare nella Chiesa: noi donne siamo Chiesa come gli uomini. Quindi non è che ci viene ‘concesso’ un posto. Papa Francesco ha avuto il merito di portare la riflessione, anche teologica, su questo. Può farlo e lo ha fatto, cambiando le leggi interne che consentono di dare incarichi anche alle donne, al di là del sacerdozio. Non ci vedranno, ma stiamo arrivando“.
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