Il Pontefice parla al Qazaq Concert Hall: "Vengo come pellegrino di pace"

“Il Kazakistan si configura quale crocevia di rilevanti snodi geopolitici: esso, dunque, riveste un ruolo fondamentale nell’attenuare le conflittualità”. Così Papa Francesco nel suo discorso al Qazaq Concert Hall, rivolgendosi al presidente della Repubblica del Kazakistan, Qasym-Jomart Toqaev, le autorità religiose e civili e il corpo diplomatico. “Qui – prosegue – Giovanni Paolo II venne a seminare speranza subito dopo i tragici attentati del 2001. Io vi giungo nel corso della folle e tragica guerra originata dall’invasione dell’Ucraina, mentre altri scontri e minacce di conflitti mettono a repentaglio i nostri tempi. Vengo “per amplificare il grido di tanti che implorano la pace, via di sviluppo essenziale per il nostro mondo globalizzato”.

Papa: “Apprezzo vostra rinuncia armi nucleari”

“Proprio pensando all’impegno globale per la pace, esprimo vivo apprezzamento per la rinuncia agli armamenti nucleari che questo Paese ha intrapreso con decisione; così come per lo sviluppo di politiche energetiche e ambientali incentrate sulla decarbonizzazione e sull’investimento in fonti pulite, che l’Esposizione internazionale di cinque anni fa ha messo in risalto. Insieme all’attenzione per il dialogo interreligioso, sono semi concreti di speranza piantati nel comune terreno dell’umanità, che sta a noi coltivare per le generazioni a venire; per i giovani, ai cui desideri occorre guardare per intraprendere le scelte di oggi e di domani”. Così Papa Francesco nel suo discorso al Qazaq Concert Hall, rivolgendosi al presidente della Repubblica Qasym-Jomart Toqaev, le autorità religiose e civili e il corpo diplomatico. “La Santa Sede – assicura – vi è vicina in questo percorso: subito dopo l’indipendenza del Paese, trent’anni fa, sono state allacciate relazioni diplomatiche e sono lieto di visitare il Paese nell’imminenza di questo anniversario. Assicuro che i cattolici, presenti in Asia centrale fin da tempi antichi, desiderano continuare a testimoniare lo spirito di apertura e rispettoso dialogo che distingue questa terra”.

“Sono onorato di essere qui con voi, in questa terra tanto estesa quanto antica, nella quale vengo come pellegrino di pace, in cerca di dialogo e di unità”. Così Papa Francesco nel suo discorso al Qazaq Concert Hall, rivolgendosi al presidente della Repubblica, Qasym-Jomart Toqaev, le autorità religiose e civili e il corpo diplomatico. “Il nostro mondo ne ha urgente bisogno, ha bisogno di ritrovare armonia”, aggiunge.

“’La fonte del successo è l’unità’, recita un bel proverbio locale. Se ciò vale ovunque, qui in modo particolare: i circa centocinquanta gruppi etnici e le più di 80 lingue presenti nel Paese, con storie, tradizioni culturali e religiose variegate, compongono una sinfonia straordinaria e fanno del Kazakhstan un laboratorio multietnico, multiculturale e multireligioso unico, rivelando e la peculiare vocazione, quella di essere ‘Paese dell’incontro’”. Così Papa Francesco nel suo discorso al Qazaq Concert Hall, rivolgendosi al presidente della Repubblica Qasym-Jomart Toqaev, le autorità religiose e civili e il corpo diplomatico. “Sono qui – aggiunge – per sottolineare l’importanza e l’urgenza di tale aspetto, al quale sono chiamate a contribuire in modo particolare le religioni; perciò avrò l’onore di prendere parte al settimo Congresso dei Leader delle Religioni mondiali e tradizionali”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata