Bagno di folla per il presidente della Repubblica nella sua visita alle aree alluvionate

Il ringraziamento ai volontari e l’abbraccio alle comunità colpite dall’alluvione, un “fenomeno di dimensioni inimmaginabili”. Sei tappe tutte in una giornata per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, fra Modigliana, Forlì, Cesena, Ravenna, Lugo e Faenza. Prima un sopralluogo in elicottero sull’area martoriata dalle frane a Modigliana, “un panorama di ferite”, e poi l’omaggio appunto ai volontari nel cuore di Forlì, in piazza Saffi, dove ci sono anche centinaia di bambini delle scuole che sventolano bandierine con il tricolore. “Non sarete soli in questa opera importante di ricostruzione che deve essere veloce. So che ce la farete con l’aiuto dello Stato e del governo, perché questa è la volontà determinata di ripresa e di rilancio. Tutta l’Italia vi è vicina“, scandisce il Capo dello Stato a Forlì.

 

Il messaggio che fa da fil rouge dell’intera giornata è questo: “Vorrei soltanto darvi questa assicurazione in aggiunta a quella che il governo ha dato con convinzione: non sarete soli. Voi e i vostri concittadini avrete accanto le istituzioni nazionali e, per quanto mi riguarda, io sarò al vostro fianco”, dice come a chiudere il cerchio a fine giornata davanti ai sindaci delle zone colpite dall’alluvione riuniti nel Municipio di Faenza, una cittadina con le strade del centro piene di polvere e alcuni quartieri alle prese ancora con il fango. Agli ‘angeli del fango’, giovani soprattutto, con stivali di gomma, pala in mano e vestiti sporchi che si vedono in giro e il Presidente incontra nel suo tour, così come agli altri volontari, alle forze dell’ordine, ai militari e alla Protezione civile va “la massima riconoscenza della Repubblica”, sottolinea Mattarella. “Il primo pensiero – riflette – naturalmente è per le vittime, non vanno dimenticate. Un modo straordinario di rendere loro onore è stato quello dei volontari”. La loro “è stata un’opera preziosa” che “ha portato speranza e fiducia”. Ma il Capo dello Stato esprime tutta la sua vicinanza anche ai sindaci, considerati “un punto di riferimento”. Ha per loro un messaggio di speranza: “Non dovete avere paura di essere soli, non lo sarete. Il governo ha subito destinato somme rilevanti come primo intervento, certamente ne seguiranno altre. Vi porto la piena solidarietà di tutto il Paese. Io sarò accanto al governo nel sostenere senza pause e senza alcuna incertezza la ripresa piena”.

 

Polemica sulle parole di Musumeci

Intanto, è polemica dopo le parole del ministro con delega alla Protezione civile, Nello Musumeci: “Peccato che oggi non ci sia nessuno del governo a illustrare al Capo dello Stato le criticità del luogo. Non fa niente, l’importante è arrivare ai risultati”. Secca la replica del Quirinale attraverso il consigliere per la stampa, Giovanni Grasso: “Il presidente della Repubblica nelle visite nei territori italiani non impone la presenza di esponenti del governo. Essa, peraltro, è sempre gradita dal Presidente Mattarella. Il Quirinale in occasioni del genere non ha mai fatto inviti. Ma se qualcuno vuol venire è benvenuto”.

Canzoni, strette di mano e abbracci

La visita di Mattarella in Romagna si snoda in più tappe fra bagni di folla, colloqui con bimbi, maestre e altri cittadini, strette di mano, abbracci e incontri con imprenditori, agricoltori e autorità locali. L’affetto dei romagnoli è palpabile. I volontari a Cesena e i sindaci a Faenza intonano ‘Romagna mia’.

 

 

Il Capo dello Stato riceve anche in omaggio un gilet giallo con la scritta in dialetto romagnolo ‘Tieni bota’. Tenere botta, eccome. Da queste parti si sente l’esigenza di ripartire e Mattarella ne è consapevole. “È un’opera di grande portata – afferma – che abbiamo davanti. Ma non l’avete davanti voi, l’abbiamo davanti tutti noi. Questo è un territorio fondamentale e la ripresa è interesse nazionale”. In ogni caso, il presidente della Repubblica avverte che “bisogna fare in modo che non vi siano non dico tentazioni ma sentimenti di resa, di abbandono”. E non solo: “Le condizioni climatiche sono sempre più preoccupanti, il nostro Paese dovrà preoccuparsi di organizzare delle difese preventive per fenomeni di questo genere più di quanto non sia avvenuto fin qui”.L’obiettivo, insomma, in particolare quando si spegneranno le luci dei riflettori su questi territori messi in ginocchio, è lavorare per una ripresa “veloce e senza pause”. Con l’aiuto di tutti. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata