L'olimpionica del nuoto interviene sulla vicenda che ha portato alla squalifica del numero 1 del tennis mondiale

Per Federica Pellegrini il caso doping che vede coinvolto Jannik Sinner è stato “trattato diversamente dal 99% dei casi”. L’olimpionica del nuoto non usa giri di parole parlando della vicenda che ha portato alla squalifica di tre mesi dell’azzurro, numero 1 del tennis mondiale. 

“Jannik è molto amato e dunque viene difeso sotto ogni aspetto, a prescindere, e questo lo trovo giusto. Ma credo che la sua vicenda sia stata trattata diversamente dal 99% dei casi. Non tutti sanno come funziona per un atleta soggetto a controlli antidoping a sorpresa e in competizione durante tutto l’anno. Bisognerebbe spiegare questa cosa per spiegare il caso Sinner”, dice Pellegrini in un’intervista a Repubblica.

“Quanto alla responsabilità oggettiva rispetto al team – spiega Pellegrini – va detto che non è che se il mio fisioterapista si beve una birra e investe qualcuno è colpa mia, ma diventa una mia responsabilità se il fisio usa una crema su di me e poi io risulto positivo. Vale per tutti, non è il caso Sinner a essere strano“. E quindi, si chiede l’ex campionessa azzurra di nuoto, “perché il caso Sinner deve essere diverso? È questa la mia domanda. E diverso è stato: la soluzione è arrivata solo dopo i ricorsi della Wada. Non dico che ci dovesse essere una sospensione. Ma di fatto è stato trattato come un caso diverso dal 99% degli altri atleti che hanno affrontato e pagato una negligenza per doping”.

“Non sarei all’altezza di guidare il Coni”

Rispondendo a una domanda su una sua possibile candidatura alla guida del Coni, Pellegrini afferma: “Non posso dedicare la mia intera vita allo sport, almeno in questo momento. È un ruolo di assoluto prestigio e non so se ne sarei all’altezza“. L’ex campionessa del nuoto si dice, tra l’altro, “felicissima per l’elezione di Kirsty Coventry alla presidenza del Comitato olimpico internazionale: finalmente una donna e anche nuotatrice”. Soddisfazione per l’ingresso nella hall of fame del nuoto (“sono contenta”), sport che – assicura – conta ancora tanto nella sua vita. “L’Academy avviata tre anni fa a Livigno con mio marito, Matteo Giunta, rimane la più importante. Ma ho anche mille altri progetti”, afferma.

Tra questi “un programma tv di cui però non posso parlare, è una prima edizione. E un libro a metà tra manuale e biografia”. Per ora non pensa a dare un fratellino o una sorellina a Matilde, sottolineando che “tutte le illazioni sulle mie presunte pance sono false. E poi prima fatemi uscire dal tunnel: Matilde è già bella tosta, molto più di me, caratterialmente è parecchio forte e questo non mi dispiace, ma richiede molte energie”. Definisce poi quella di ‘Ballando con le stelle’ una “bellissima esperienza” ma si dice dispiaciuta averla fatta un po’ a intermittenza, con tre partner cambiati in corsa. Comunque: la parte più difficile è stata far uscire quello che sentivo, far parlare il mio corpo rispetto alle emozioni dentro”.

 

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