Il numero uno del ranking avrebbe risposto negativamente alla domanda trascritta nel modulo delle dichiarazioni di viaggio per approdare in Australia che si riferisce al fatto di avere viaggiato nei 14 giorni precedenti il volo
Da cittadino libero si è subito andato ad allenare al Melbourne Park. Sperando, nel frattempo, di piazzare lo smash definitivo di un match infinito giocato fuori dal campo. Novak Djokovic continua ad essere in vantaggio nella personalissima sfida tutta politica con le autorità governative australiane dopo che il tribunale si è espresso contro la cancellazione del suo visto per mancata vaccinazione al Covid.
In attesa di capire se potrà rimanere in Australia per partecipare agli Open, il nove volte vincitore del primo major stagionale è stato inserito dagli organizzatori come prima testa di serie per il torneo che inizierà lunedì prossimo al Melbourne Park. Il serbo va a caccia del 21esimo titolo dello Slam per staccare i suoi grandi rivali Roger Federer e Rafael Nadal e cancellare il ko subito agli Us Open dello scorso anno quando il russo Daniil Medvedev impedì al serbo di conquistare uno storico Grande Slam.
La posizione di Djokovic però resta a rischio. La pallina è ora nelle mani del ministro dell’Immigrazione australiano, Alex Hawke, il quale dovrebbe comunicare domani la decisione sulla permanenza o meno del serbo in terra australiana dopo che il verdetto del giudice Anthony Kelly ha ‘cancellato’ lo stop alla dogana per visto irregolare. E’ infatti il governo ad avere l’ultimo colpo sulla validità o meno dell’esenzione. E il vantaggio di Nole sembra ridursi.
Una dichiarazione falsa del 34enne di Belgrado, potrebbe infatti inchiodarlo. Il numero uno del ranking avrebbe risposto negativamente alla domanda trascritta nel modulo delle dichiarazioni di viaggio per approdare in Australia che si riferisce al fatto di avere viaggiato nei 14 giorni precedenti il volo. Una serie di video e alcune foro che sono girate sui social lo inchioderebbero. Mostrano il tennista prima a Belgrado e poi a Marbella, in Spagna, per l’ultimo dell’anno.
Il ministro dell’immigrazione a questo punto potrebbe decidere di revocare il visto su basi diverse rispetto a quelle per cui lo ha fatto il ministro dell’Interno. Djokovic rischia in questo caso non solo la mancata partecipazione agli Australian Open ma anche tre anni di interdizione. Anche in questo caso potrebbe comunque fare ricorso.
Il suo rientro al campo di allenamento è stato accolto con una certa freddezza. Si parla di un silenzio imbarazzante e gelido quando è apparso negli spogliatoi del Melbourne Park per iniziare la sua fase di riscaldamento. Dal rivale Rafa Nadal alla stessa Atp, non manca chi si schiera con Nole ma c’è chi continua a nutrire dubbi sulla ‘vicenda Novax’.
“La vittoria è una cosa positiva, ma ci sono ancora dettagli da chiarire”, è la posizione di Andy Murray, che ha perso quattro finali dell’Australian Open contro Djokovic. “Sono sicuro che lo sentiremo nei prossimi giorni. Spero che ora si possa andare avanti. Sembra che sarà in grado di giocare e competere agli Australian Open”, ha aggiunto il tennista scozzese. Poche ore e si saprà chi vincerà questa sfida, anche perché il governo non potrà prendersi altro tempo. Giovedì saranno sorteggiati i tabelloni. E la parole verrà data al campo. Per Djokovic, però, potrebbe essere ‘Australian Exit’.
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