L'Italia sale così a 20 medaglie, di cui 10 d'oro, in questa rassegna continentale da favola

Non poteva mancare lui, il capitano indomito, lo stratega ispiratore, l’uomo dei sogni prossimo portabandiera ai Giochi, a portare ancora più in alto un’Italia atletica, all’apice della sua storia europea. ‘Gimbo’ Tamberi non sbaglia un colpo, è uno sceneggiatore magico del proprio destino capace di trascinare l’Olimpico in una gioia collettiva per un’altra notte indimenticabile che regala anche l’oro splendido di Nadia Battocletti nei 10.000 (che bissa il titolo appena conseguito nei 5.000) e l’argento di Alessandro Sibilio nei 400hs con dedica all’ex iridato Fabrizio Mori. L’Italia sale così a 20 medaglie, di cui 10 d’oro, in questo Europeo da favola. E non è ancora finita.

Il campione olimpico di Tokyo 2020, iridato a Eugene 2023, ha scatenano l’entusiasmo di un Olimpico con una Curva Sud strapiena davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, arrivato per lui ma soprattutto per celebrare questo azzurro intenso che non smette di brillare di luce propria, e si è preso la sua terza corona europea individuale all’aperto dopo quelle conseguite ad Amsterdam 2016 e a Monaco 2022 saltando a 2.37, a due centimetri dal suo personale. Lo ha fatto nella maniera più cinematografica possibile, mettendo a rischio con due errori un’uscita di scena inattesa per poi prendersi tutta la gloria con salti mozzafiato. Tamberi trova il colpo di classe a 2,29 superato alla terza prova, con l’asticella che trema ma non cade. Al momento sarebbe argento. Gli altri sbagliano, la gara diventa un duello. Si decide tutto a 2,31 e Tamberi piazza subito il salto al primo tentativo per andare in testa: cuore gigantesco, talento infinito, una carica agonistica senza eguali. È il match point, un nullo invece per l’ucraino Vladyslav Lavskyy che decide di passare a 2,33. Due errori di Tamberi, altrettanti di Lavskyy ed è oro per l’azzurro con il pubblico in delirio. Bronzo all’altro ucraino Oleh Doroshchuk. Basta così? Certo che no, con un fenomeno come Gimbo che a questo punto chiede 2,34 e lo supera alla prima. L’Olimpico impazzisce, non senza brividi quando Tamberi si tocca il piede sinistro, ma solo perché si sono rotte le molle della scarpa. Non si accontenta, prova 2,37 e anche stavolta al primo salto.

È un buon inizio, sono contentissimo. Era un giorno speciale. Se non avessi vinto non avrei parlato per un mese. C’erano dei dubbi ma sapevo di aver lavorato benissimo. Che suspance. Voglio dedicare questa vittoria ad uno dei fisioterapisti Fabrizio Borra, la vita è fatta di alti e bassi. Si perde a volte la speranza ma non bisogna mai mollare. Lo dedico a lui e lo penso tutti i giorni”, ha detto Tamberi. “Ci sono state delle difficoltà ma grazie al pubblico ne sono uscito. Roma era un passaggio che è andato molto bene, volevo fare il record dei campionati, da capitano non potevo vincere con una misura piccola. Ci sono anch’io, mi hanno stimolato, siamo una squadra pazzesca. È cambiata la confidence ora si scende in pedana con la voglia di ottenere il proprio obiettivo e non aver paura di fallire“, ha aggiunto.

“Un onore saltare davanti a Mattarella, e un onore essere portabandiera. Spero che tutti questo che è successi porti tanta forza. Ho sentito Sinner ieri, l’avevo invitato qui visto che era a aRoma. La bandiera è sporca di sangue ma è giusto così, ha concluso.

Prima del grande show il capo dello Stato ha incontrato all’Olimpico un gruppo di azzurri, mostrando tutto il suo sostegno: ha chiesto a Marcell Jacobs se ha recuperato dopo il successo, ha fatto i complimenti a Sara Fantini e a Lorenzo Simonelli per le loro vittorie, ha detto che sta facendo un grande percorso a Filippo Tortu che gli ha regalato le scarpe con le quali ha corso.

La notte magica di Roma si era cinta d’oro con l’impresa di Nadia Battocletti, 24enne trentina che ha vinto in 30’51″32, nuovo record italiano. L’atleta delle Fiamme Azzurre aveva siglato il primato nazionale (e il record dei campionati europei) anche nei 5.000 di qualche giorno fa. Sul podio con Battocletti anche l’olandese Diane Van Es e la britannica Megan Keith. Quarta l’altra azzurra Federica Del Buono. C’è poi l’argento di Sibilio dietro solo a Karsten Warholm, ma davanti a un mito azzurro della specialità. È una finale perfetta quella del 25enne partenopeo, al via in corsia sette, subito alle spalle del norvegese primatista del mondo: ‘Ale’ non cade nella tentazione di forzare il ritmo in avvio seguendo Warholm e nella retta conclusiva, la consueta ‘zona Sibilio’, arriva addirittura a rimontare un paio di metri all’olimpionico. Arrivano tempi sontuosi: oro a Warholm in 46.98, record dei campionati, e argento a Sibilio in 47.50, quattro centesimi in meno del primato italiano di Fabrizio Mori ottenuto quasi 23 anni fa. È una notte da favola e per l’atto finale si sogna ancora con Larissa Iapichino nel lungo (ingresso facile in finale), la staffetta veloce maschile e le due del miglio. L’Italia vola sempre più in alto. E non si ferma più. 

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