Lo scrittore commenta lo stop alla partecipazione del collega alla trasmissione di Rai 3 di Serena Bortone

Anche Roberto Saviano la chiama censura ed è certo che succederà ancora. “A me è successo per primo, poche voci critiche, ora è accaduto di nuovo e capiterà ancora”, ha detto lo scrittore, contattato da LaPresse, commentando la cancellazione del monologo sul 25 aprile di Antonio Scurati dal programma ‘Che sarà’ in onda su Rai 3 e condotto da Serena Bortone. Poi il durissimo attacco al governo: “Non è democratico e liberale”. 

Saviano: “Questo non è un governo liberale”

“Quando chiusero Insider, nessuno, se non pochissime voci, prese posizione sulla decisione – afferma l’autore di ‘Gomorra’ – nessuno ha pensato che una censura del genere avrebbe minato il suo lavoro. Hanno avuto paura, invece, di perdere il loro gettone in Rai, il loro piccolo spazio”. Saviano spiega che di fronte al “silenzio” per la chiusura di Insider “pensai che il silenzio era su loro stessi, non su di me”. “Questo non è un governo democratico e liberale”, prosegue, poi l’affondo a Fratelli d’Italia che “si comporta come una banda che sostiene solo l’amico e il parente, colui che obbedisce a loro direttive forte di un consenso costruito sulla paura”.”Tutti hanno taciuto quando è stato chiuso Insider, invece di dire che una censura sulle mafie è da complici – aggiunge – Avrebbe dovuto portare ‘ansia’, e invece no”. “Si accorgeranno che ora non c’è niente altro da fare: sei giudicato solo rispetto alla tua obbedienza e al tuo servilismo nei confronti del governo”, sottolinea. 

Saviano racconta anche che “diverse trasmissioni mi avevano chiamato per il mio ultimo libro” ‘Noi due ci apparteniamo’, salvo poi fare marcia indietro. “Ho chiamato direttamente i vertici Rai e ho chiesto spiegazioni. Mi è stato risposto che non c’è alcun veto né censura né un ‘piano di censura’, eppure non sono stato richiamato”, aggiunge. “Nessuno se l’è sentita di invitarmi lo spesso perché questo governo minaccia costantemente chiunque possa criticarlo con efficienza e permette la parola solo a chi si muove in un perimetro controllato”, evidenzia. “Le opposizioni in una situazione del genere non dovrebbero andare mai più e ritirarsi come dai tavoli Rai – dice ancora – Non negoziare come invece hanno fatto,dovrebbero cercare una costante denuncia della propaganda. In coerenza e in coscienza come si può fare il proprio lavoro venendo lo scempio che avviene in Rai, trasformata in organismo di propaganda?”.”Sì – ammette – è sempre stato così chiaramente e ogni volta che è stato fatto è stato disgustoso, tutte le volte in cui non si è battagliato, ma c’è da dire che qui è stato fatto un passo ulteriore: prima c’era una parte di società civile che riusciva a imporre una protezione e volontà di qualità oggi non più”.”Sanno che possono conservare il potere solo impedendo stanno su solo con una grande e continua menzogna e chi la smonta diventa nemico”, ha concluso.

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