Tra i firmatari ci sono professori universitari e giuristi, oltre a Carlo Freccero e Alessandro Di Battista
Con una petizione firmata da intellettuali la presenza di Zelensky a Sanremo sta diventando un caso. I firmatari contestano la spettacolarizzazione e militarizzazione del Festival. La musica non deve avere nulla a che fare con la propaganda bellica, dicono.
Tra i firmatari ci sono professori universitari e giuristi (Ugo Mattei, Franco Cardini, Paolo Cappellini, Geminello Preterossi, Anna Cavalieri, Carlo Magnani, Pasquale De Sena, Giovanni Messina, Alessandro Somma, Alessandra Camaiani); economisti (Joseph Halevi, Thomas Fazi, Gabriele Guzzi); l’ex direttore di Rai2 e massmediologo Carlo Freccero; il politico Alessandro Di Battista, alcuni giornalisti e sindacalisti.
Freccero: “Zelensky al Festival errore mediatico, banalizza guerra”
Tra i firmatari della petizione contro la presenza, seppure in collegamento, di Zelensky a Sanremo c’è anche Carlo Freccero, ex direttore di Rai2 ed esperto massmediologo. “Siamo alla vigilia di uno scontro titanico, con in tutti noi il tabù del nucleare e vedere Zelensky a Sanremo è il massimo dell’insopportabilità”, ha dichiarato Freccero a LaPresse. “Un errore mediatico mettere nel programma del Festival il presidente ucraino perché si dà visibilità a chi si oppone alla guerra e alle armi – ha proseguito Freccero – Un errore tragico, mostruoso che banalizza il conflitto, un’apparizione che non tornerà utile neanche a lui. Vedere un attore in video, che si fa inquadrare in maniera cinematografica, come in un set con le luci giuste, la posizione del corpo favorevole alla camera, la maglietta apposita per fare propaganda svilisce e impoverisce la resistenza ucraina. Solo Vespa può pensare che sia una trovata giusta far parlare Zelensky a Sanremo, ma è ovvio perché Vespa fa infotainment. Il governo Meloni sta facendo un grande errore perché dicendo sempre sì al potere rischia di fare la fine del governo Conte che faceva lo stesso”.
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