Nel libro la conduttrice parla di come coccolare la fragilità

“Con questo mio romanzo ho voluto raccontare gli anni ’80 vissuti in famiglie romane altoborghesi, fatti di futilità e spesso di ipocrisia, e quel momento incantato che è per tutti l’adolescenza, velata di insicurezze, sogni, errori, quello spazio oscuro che è la ricerca della propria identità”. Così Serena Bortone a LaPresse spiega cosa l’abbia spinta a scrivere il suo nuovo libro dal titolo ‘A te vicino così dolce’ (ed. Rizzoli) che verrà presentato mercoledì a Roma, presso il Maxxi, il museo nazionale delle arti del XXI secolo. “Il romanzo – prosegue la conduttrice Tv – è ispirato a una vicenda che ho veramente vissuto nella mia adolescenza. Racconta l’amicizia e l’amore, e uno dei protagonisti è un ragazzo transgender. Coinvolge temi a me cari: il diritto a trovare il proprio posto nel mondo, la pulsione verso l’autenticità contro i fariseismi, l’illusione amorosa insieme ingannevole e bellissima, l’importanza di conservare ricordi, anche delle vicende più dolorose, di coccolare la propria fragilità. Soprattutto, la necessità di scandagliare le sfumature dell’animo umano, di non giudicare. Nel libro scrivo che in alcuni casi la verità non esiste, e che giudica solo chi non ha il coraggio di comprendere”.

Il ritratto di una generazione

Tra complicità, tradimenti, colpi di scena e traumi, ‘A te vicino così dolce’ è un romanzo tenero e avvincente, ma anche doloroso e pieno di coraggio, su quanto siamo disposti a farci ingannare dall’amore. E ci consegna il ritratto di una generazione che scopre di non essere mai stata così libera come le hanno fatto credere. “Quell’estate – conclude Bortone – compresi che l’amore non aveva limiti, e imparai che era materia pericolosa. Non ho mai amato nessuno quanto Vittoria amava Paolo. E forse nemmeno quanto Paolo amava la mia migliore amica, pur ingannandola”. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata