A Roma la cerimonia laica nella sala della Protomoteca, presenti tanti amici. Nipote lo ricorda con una poesia: "Un regalo prezioso"

È giunto alle 9.56 in Campidoglio, a Roma, il feretro di Paolo Taviani. Il regista si è spento giovedì scorso all’età di 92 anni. Ad attendere il feretro il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, l’assessore alla Cultura del Comune di Roma, Miguel Gotor, e decine di persone e protagonisti del mondo del cinema tra i quali il regista Pupi Avati. La cerimonia laica di Taviani nella sala della Protomoteca. 

“Con nonno ho sempre avuto un rapporto d’amore. È sempre stata fonte d’ispirazione. Mi ha sempre sostenuto, ci faceva piacere passare tempo insieme”. Così Sebastiano, nipote di Paolo Taviani, nel corso della cerimonia laica in memoria del regista scomparso il 29 febbraio a 92 anni. Sebastiano ha poi letto una poesia scritta da lui alle elementari in cui si cita la notte di San Lorenzo in cui definiva il nonno un “regalo prezioso”

Figlio Ermanno: “Usava il ‘noi’ anche dopo morte” 

“Parlo anche a nome di mia sorella Valentina. Voglio ringraziare tutti, il Presidente della Repubblica, il ministro Sangiuliano, il sindaco Gualtieri, il presidente della Toscana, Giani, e il sindaco di San Miniato, Giglioli. Siamo travolti dai ricordi”. Così Ermanno, figlio di Paolo Taviani, in occasione della cerimonia laica in Campidoglio in ricordo di suo padre. “Papà continuava a usare il ‘noi’ anche dopo la morte di Vittorio e noi eravamo i figli dei fratelli Taviani. Papà negli ultimi anni si sentiva l’ultimo della sua generazione e aveva reagito con maggiore accanimento per lavorare ancora. Ha diretto l’ultimo film a 90 anni e ha cercato di lavorare fino alla fine”, ha aggiunto il figlio del regista. “Mio padre a casa era un padre e un nonno prima ancora che un regista e un artista -ha proseguito a margine della cerimonia-. E’ stata importante la sua capacità di raccontare i suoi film così come le fiabe ai suoi nipoti e a noi quando eravamo bambini. Molte di quelle storie si sono poi incarnate nei loro film. Impegno politico? C’è sempre stato, la politica e la volontà di cambiare le cose in Italia e nel mondo sono sempre stato un motore fondamentale dei loro film e da quando scelsero di militare nella sinistra a Pisa all’inizio degli anni cinquanta”. 

Pupi Avati e Nanni Moretti in Campidoglio

“Nell’ultima età della vita si appianano tutte quelle che possono essere anche le differenze culturali, psicologiche, sociali, politiche perché ci accomuna l’affrontare la vecchiaia che è la salita più impervia e quella definitiva”. Così il regista Pupi Avati entrando in Campidoglio per la cerimonia laica in memoria di Paolo Taviani, regista scomparso il 29 febbraio a 92 anni. La cerimonia si è aperta con la proiezione di un filmato che racconta la vita di Taviani. Tra i presenti nella sala della Protomoteca anche Nanni Moretti.

Avati: “Suo rammarico ultimo film non apprezzato in Italia”

“La cosa più bella è stata detta dal figlio Ermanno che ha concluso dicendo che il sogno che l’avrebbe tenuto ancora in vita era poter dire per l’ennesima volta ‘motore azione’ perché nelle lunghe ripetute telefonate che ci siamo fatti in questi ultimi anni in cui io lo aggiornavo su quello che succedeva il tema era poi sempre quello di cercare di tornare a lavorare e fare ancora un film”. Così Puoi Avati al termine della cerimonia laica in memoria di Paolo Taviani, regista scomparso il 29 febbraio a 92 anni. “Purtroppo – ha aggiunto Avati- il suo ultimo film che era un capolavoro assoluto non è stato apprezzato in Italia, cioè non ha avuto nessun riconoscimento, mentre all’estero sì. Ed è una cosa che lo ha molto rammaricato”.

Bellocchio: “Lui e Vittorio vinceranno prova del tempo”

“Ricordo Paolo per noi vivi, onestamente non credo che sia seduto su una nuvola ad ascoltarmi. È morto sul lavoro, è morto lavorando a un film. È la conclusione che mi auguro. Ha fatto con Vittorio straordinari film combinando storia e letteratura. Hanno saputo essere originali. Il loro saper alternarsi dietro la macchina da presa è per me un mistero. Vinceranno la prova del tempo, resteranno nel tempo più di tanti artisti consacrati dalla moda”. Così Marco Bellocchio alla cerimonia laica in memoria di Paolo Taviani, regista scomparso il 29 febbraio a 92 anni.

Gualtieri: “Aspettavo suoi film con emozione” 

“Voglio esprimere alla famiglia di Paolo Taviani la mia vicinanza e quella di Roma Capitale. Sono qui per esprimere un sentimento di affetto e profonda gratitudine per tutto quello che Paolo ha dato con la sua arte. La città glielo deve. Io come tantissimi ragazzi della mia generazione aspettavo con emozione l’uscita dei film di Paolo e Vittorio Taviani che con i loro personaggi avevano la capacità di farci riflettere. Erano storie che facevano riflettere sui nostri destini. Paolo e Vittorio non amavano l’etichetta del film storico”. Così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, intervenendo alla cerimonia laica in memoria di Paolo Taviani , regista scomparso il 29 febbraio a 92 anni. “Paolo e Vittorio avevano il dono del racconto – ha aggiunto Gualtieri- ed è forse proprio questa limpidezza del racconto che rende i loro film vicini a noi. Erano opere accessibili proiettate nel futuro. Grazie per ciò che ci avete fatto vivere con Vittorio con opere rimaste nella storia del cinema mondiale”. 

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