Sul palco del teatro Ariston ha eseguito un brano con i suoi The Gentlemen Barbers. Poi la stoccata a John Travolta tra applausi e sorrisi del pubblico

Sono trascorsi 23 anni da quando l’urlo del ‘Gladiatore’ Russell Crowe squarciò per la prima volta l’aria del teatro Ariston di Sanremo. Ad accogliere l’attore australiano in quell’occasione c’era Raffaella Carrà, che lo presentò al timone della sua band. Il premio Oscar è tornato al Festival: barba canuta e qualche chilo in più rispetto al 2001, ma con la stessa grinta e la stessa voglia di mordere il palco più importante d’Italia.

Sulle note ‘Let the light shine’, ha fatto il suo ritorno sul palco Sanremese, eseguendo un brano con i suoi The Gentlemen Barbers. Dopo l’esibizione si è reso protagonista di un altro siparietto a ‘tema Travolta’. Teresa Mannino gli dice “abbiamo scoperto che hai origini italiane, pur non avendo un cognome come Di Caprio, Coppola, De Niro…”, e a quel punto il ‘gladiatore’ l’ha incalzata dicendo: “…Travolta!“, e riscuotendo l’immediato applauso e i sorrisi da parte del pubblico. Quindi Russell Crowe e Amadeus si sono scambiati il segno del 5 con la mano.

“Mi ricordo di Sanremo – aveva detto precedentemente in conferenza stampa -, la follia e la pazzia di questo luogo. All’epoca ero anche io un po’ matto”.  Russell Crowe ha rimarcato il suo rapporto con la musica, suo primo vero amore ancor prima che nella sua vita entrasse il cinema. “La mia canzone preferita? ‘Sarà perché ti amo’ dei Ricchi e Poveri. La musica c’è sempre stata nella mia vita, perché in casa mia la musica era sempre stata presente. Per me era uno sfogo – ha detto -. Alle scuole superiori facevo musica e ho continuato a far musica anche dopo, vivevo con la mia band e facevo performance già a 16 anni. Il mio primo disco è uscito quando avevo 17 anni, molto prima di iniziare la carriera cinematografica. Se mi avessero chiesto quale mestiere volessi fare da grande, avrei detto il musicista”.

È fondamentale non scordare l’umanità – ha aggiunto -. Dobbiamo ricordarci che ci sono persone che approdano sulle nostre spiagge provenendo da situazioni di disperazione e sofferenze. Madri, figli, padri, fratelli. Non dobbiamo mai trascurare l’aspetto umano. Come mai noi, così capaci di inventare qualsiasi cosa, non riusciamo invece a trovare soluzioni che non siano diverse dalla guerra”.

Oltre a quello per la musica e per il cinema, Russell Crowe ha un altro amore incondizionato: quello per l’Italia. Un legame rafforzato dalla recente scoperta delle sue origini italiane, ad Ascoli Piceno. “È stata una scoperta fantastica – ha spiegato -. Ho sempre avuto questa attrazione, questo fascino per l’Italia, e ho sempre cercato di risalire alle ragioni di questo legame. A prescindere da Ascoli Piceno o Fidenza, c’è un legame di sangue profondo, una connessione con l’Italia che ha dato un contributo altissimo anche all’America in termini di cultura, un contributo sociale all’Australia, e al mondo intero”. 

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