Il gruppo, che proprio nelle strade del centro di Roma ha mosso i suoi primi passi prima di spiccare il volo, è tornato nella Capitale

La prima volta negli stadi non si scorda mai. Se poi lo stadio è l’Olimpico di Roma, tempio del calcio ma anche dei grandi concerti rock, allora la data è da cerchiare in rosso. Anche per una band ormai famosa e amata in tutto il mondo come i Maneskin. Il gruppo, che proprio nelle strade del centro di Roma ha mosso i suoi primi passi prima di spiccare il volo, torna nella Capitale a quasi un anno di distanza dallo show andato in scena al Circo Massimo. Dopo la data zero di Trieste, è proprio l’Olimpico ad avere ospitato questa sera il primo dei quattro live tutti sold out del mini-tour italiano (domani il bis sempre all’Olimpico, poi San Siro a Milano il 24 e 25 luglio), prodotto e organizzato da Vivo Concerti.

Il successo e la fama internazionale alimentati dal recente ‘Loud Kids Tour’ – prima tournée nei palazzetti europei che ha registrato il tutto esaurito in luoghi sacri della musica come la 02 Arena di Londra – e dalle performance sui palchi del Primavera Sound e del leggendario Glastonbury Festival in Inghilterra, se ce ne fosse bisogno hanno dato ancora più certezze a una band che è già da tempo un fenomeno unico in Italia. Victoria, Damiano, Thomas e Ethan non si sono però montati la testa, dimostrando di sapere ancora emozionare -ed emozionarsi- anche davanti al pubblico di ‘casa’. Una platea formata sì da teenager – alcuni, vista la giovane età, accompagnati dai genitori – ma anche da quello zoccolo duro di coloriti amanti del rock di qualsiasi età. E, ovviamente, anche da tantissimi fan stranieri. La band guidata da un emozionantissimo Damiano ci ha messo poco a infiammare il pubblico. Picchi di elettricità già altissimi al via con Don’t Wanna Sleep, Gossip e soprattutto Zitti e Buoni, brano della (prima) consacrazione con la doppietta Sanremo-Eurovision. Damiano saluta con un classico “ciao Roma”, poi aggiunge: “Che figata cazzo, lo stadio Olimpico. Io di solito sto là”, ha detto indicando la curva Sud da lui spesso frequentata anche di recente, essendo un grande tifoso della Roma. E non a caso, cita le parole dell’ex capitano giallorosso Francesco Totti nel giorno del suo addio al calcio: “Rubo le parole di un grande, permettetemi di avere paura”.

“Per noi – continua – arrivare a un palco del genere è sempre stato un sogno. Essere qui è un traguardo, ma ogni traguardo è il nostro punto di partenza”, ha proseguito. Poi il “fuoriprogramma” con i ringraziamenti al resto della band. “Per me arrivare qui è sempre stata un’ossessione, un chiodo fisso. Tante volte mi capita di ringraziare voi e il nostro team, ma tra noi quattro non ci siamo mai ringraziati. Quindi, grazie per avermi permesso di arrivare qui”, ha detto rivolgendosi a Victoria, Thomas e Ethan. La calda notte romana dei Maneskin prosegue energica e senza pause. Due ore di rock potente impreziosito dai brani dell’ultimo album “RUSH!” – da Gossip a Supermodel, da Bla Bla Bla fino alle struggenti ballad The Loneliest e Timezone.

Non mancano i brani in italiano come La Fine, Mark Chapman e Coraline, così come le amatissime Torna a casa e Vent’anni, eseguite in un avvolgente abbraccio acustico in mezzo ai fan, per ricordare come tutto è iniziato. Lo show è una sequenza di quadri tridimensionali dove il palco è l’estensione della band, con una produzione composta da due megaschermi laterali, oltre 650 corpi illuminanti, più di 15 km di cavi, 200 metri di truss e strutture per sorreggere oltre 150 motori. Tra i nuovi elementi introdotti, anche due passerelle motorizzate lunghe complessivamente 35 metri e fabbricate ad hoc per i Maneskin in occasione di queste speciali date evento, posizionate frontalmente al palco. Uno spettacolo nello spettacolo che fa salire alle stelle l’entusiasmo del pubblico di Roma. Un traguardo raggiunto. E un nuovo punto di partenza. 

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