L'addio alla regista alla Chiesa degli Artisti a Roma. Applausi e lacrime all'arrivo del feretro

Lacrime, applausi e tanta commozione a Roma per l’addio a Lina Wertmuller, la regista scomparsa giovedì a 93 anni. Tante le personalità arrivate alla Chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo, per dare il loro ultimo saluto alla regina della commedia italiana prima regista donna della storia a ricevere una candidatura all’Oscar: dalla figlia adottiva di Lina, Maria Zulima Job, a Giancarlo Giannini, Giuliana De Sio, Domenico De Masi, Caterina D’Amico, Yari Gugliucci, Marina Cicogna, Cinzia Torrini e la figlia di Paolo Villaggio, Elisabetta. Presente anche tanta gente comune che ha voluto omaggiare la regista romana. Sul feretro, oltre ai fiori, anche una foto e un paio di occhiali bianchi, segno distintivo della regista. Il funerale è s stato celebrato da don Walter Insero, amico della Wertmuller.

L’omelia di Don Walter: “Comunicava gioia di vivere”

“Era un’artista che esprimeva e comunicava la gioia di vivere. Questo era il suo piu grande talento”, le parole nel corso dell’omelia di don Walter Insero, suo amico personale. “Ricordo che appena Papa Francesco fu eletto ci siamo visti e lei ne era affascinata – spiega – lo stimava molto perché arriva al cuore delle persone, è simpatico e comunica buonumore”. Il sacerdote parla poi degli occhiali bianchi che l’hanno sempre caratterizzata. “Mi raccontava una volta che quando dovette accettare di mettere gli occhiali ne volle un paio che comunicassero allegria e che le facessero pensare a qualcosa di piacevole, alle vacanze”. Secondo don Walter la Wertmuller “aveva una naturale tendenza a camminare dal lato assolato della strada, parafrasando le parole di Louis Armstrong che lei amava molto”. Una donna che “nonostante il grande successo ed i premi internazionali” era rimasta semplice “e non badava ai riconoscimenti”. Un’artista che don Walter definisce “del popolo e popolare” e che nelle sue opere ha saputo raccontare “la vita di persone oppresse, quelli che il Papa chiama gli ‘scartati’ dalla nostra società”. Una donna capace di “non soffocare il bambino che c’era dentro di lei” e che invitava tutti ad avere sempre “quella sana leggerezza”.

Giannini: “E’ stata la mia maestra, mi ha profondamente forgiato”

Particolarmente toccante l’elogio funebre di Giancarlo Giannini. “Senza di lei sarei rimasto un perito elettronico – argomenta – è stata la mia maestra, mi ha proprio forgiato”.

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