La danzatrice, vedova del giornalista Nino Nutrizio, si è spenta a 98 anni compiuti da qualche mese

Si è spenta la danzatrice Luciana Novaro, vedova del giornalista Nino Nutrizio. Aveva compiuto 98 anni lo scorso 3 marzo. 

Roberto Alessi, direttore di ‘Novella 2000’, racconta a Lapresse.it: “‘È morta da pochi minuti’ mi scrive nella notte la figlia Cristina Nutrizio, la famosa autrice televisiva. E da giorni che chi sapeva chiedeva, aspettava. Luciana Novaro se ne è andata, aveva 98 anni ed è stata un mito nel mondo della danza. Una delle più giovani étoile della Scala, ritiratasi prestissimo come danzatrice al massimo della sua carriera di superstar internazionale del balletto. Come ha ballato lei il ‘Bolero’ di Ravel non lo ha ballato nessuna. Poi diventò famosa nel mondo tersicoreo anche come coreografa, un mito che ha lavorato con Antonino Votto Luchino Visconti (nella mitica ‘Traviata‘ con Maria Callas nel 1955). Poi direttrice del Corpo di Ballo della Scala dal 1962 al 1964 e dell’Arena di Verona dal 1968 al 1972. E a lei si deve la scoperta di una giovane allieva, poco più di una bambina, Carla Fracci“.

Luciana-Novaro
Fu Luciana Novaro a intuire per prima il talento di Carla Fracci

Luciana Novaro era la moglie di Nino Nutrizio, fondatore del quotidiano ‘La Notte’

Continua Alessi: “Era la moglie, adorata, e pare anche tradita, di un altro mito. Parlo di Nino Nutrizio, il creatore del giornalismo popolare, quello che inventò ‘La Notte’. Un giornale che ha insegnato tutto a tutti  (compreso a un maestro come Vittorio Feltri). Soprattutto a essere amati e seguiti e rispettosi dei lettori. Un matrimonio non sempre facile, come quello di tutti i grandi talenti. Impegnativo lui, impegnativa lei, con la sua forza e anche la sua fragilità, come tutti i creativi. E nel mezzo di questo incontro/scontro una figlia, Cristina Nutrizio, autrice televisiva di successo e scrittrice di spessore, che li ha amati e sostenuti. Cristina ha avuto il meglio (cultura, amore, incontri) e ha anche il peggio, perché i grandi vivono anche grandi tensioni. Amata, ha riamato i genitori, pagando anche il prezzo di chi si deve misurare ogni giorno con caratteri che lasciano il segno”.

Conclude Alessi: “Era da anni che Luciana Novaro, che era stata anche una delle donne più eleganti della borghesia colta internazionale, si era chiusa in un isolamento quasi totale. Morto Nutrizio, nel 1986, vedeva la figlia e pochissimi altri. Molte signore di oggi ricordano la sua scuola di danza per ragazze bene a Palazzo Serbelloni, in corso Venezia. Da quella scuola non sono uscite solo grandi ballerine, ma ha insegnato la classe e l’eleganza a chi magari una natura matrigna non aveva dotato. Grazie a lei, al marito Nino, e lo devono sapere quelli che nemmeno sapevano il loro nome, l’Italia è migliore”.

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