Nel 1970 fu la prima a mostrare l'ombelico in tv. Raffaella Carrà, all'epoca 27enne, lasciò tutta Italia a bocca aperta mentre cantava 'Ma che musica maestro!' durante la sigla di Canzonissima. La stella, nata il 18 giugno del 1943, era finalmente esplosa. La sua luce, da quel giorno, non smette di illuminare studi televisivi e palcoscenici di tutto il mondo. Il fenomeno Raffaella sembra destinato a durare per sempre. Dagli sketch con Corrado a Carramba, con grinta e quell'immancabile pizzico di follia la Carrà è entrata nelle case e nei cuori degli italiani. Si è fatta amare da tutti, anche i più piccini iniziarono ad affezionarsi a lei quando duettò con Topo Gigio in 'Strapazzami di coccole'. Quei bambini, gli adulti di oggi, riesce ancora a sorprenderli. Uno di loro, Tiziano Ferro, nel 2007 le ha dedicato persino una canzone, 'E Raffaella è mia'. Simbolo indiscusso di energia, coraggio e libertà, è considerata una delle più influenti icone gay per essersi sempre schierata dalla loro parte. Nel 2017 a Madrid ha ricevuto persino il premio World Pride. C'è chi ormai la venera. A 75 anni il suo caschetto biondo sa ancora rubare la scena a chiunque: le basta dare il 'la' a 'Tuca tuca' e 'Tanti auguri' per far ballare tutto il Paese. E dell'Italia Raffaella è patrimonio nazionale.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata