Roma, 22 giu. (LaPresse) – Addio a Laura Antonelli. L’attrice, che avrebbe compito 74 anni il prossimo novembre, è stata ritrovata senza vita nella sua casa di Ladispoli, vicino Roma. A dare l’allarme, verso le 8, è stata la domestica che l’ha trovata riversa sul pavimento. La signora ha quindi chiamato i carabinieri e il 118 ma i medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso.

Gli inizi. Quella di Laura Antonelli è una triste parabola da artista premiata ed icona erotica d’Italia ad attrice dimenticata e donna spezzata. Nata il 28 novembre 1931 nella città istriana di Pola, l’attrice ebbe grande popolarità negli anni sessanta e settanta grazie ai ruoli in film erotici e d’autore. Il successo arrivò nel 1973 con la parte della sensuale cameriera di ‘Malizia’ di Salvatore Samperi: un film cult che la trasformò in un’icona sexy dell’Italia e un ruolo che le fece vincere il nastro d’argento come migliore attrice protagonista e il globo d’oro assegnato dalla stampa estera come attrice rivelazione.
Iniziò a lavorare con registi come Dino Risi che la diresse in ‘Sessomatto‘ sempre nel 1973 e l’anno successivo Luigi Comencini in ‘Mio Dio, come sono caduta in basso!’, per il quale vinse un secondo Globo d’oro. Poi Luchino Visconti la diresse in ‘L’innocente’ nel 1976, Mauro Bolognini in ‘Gran bollito’ nel 1977, Ettore Scola in ‘Passione d’amore’ nel 1981 (che le valse una candidatura ai David di Donatello come attrice non protagonista).
Negli anni ’80 proseguì in film sexy o comici come ‘Grandi magazzini’ di Castellano e Pipolo e ‘Viuuulentemente mia’ di Carlo Vanzina, ‘La Venexiana’. Sul piccolo schermo recitò in due miniserie di successo: ‘Gli indifferenti’ di Mauro Bolognini (1988) e ‘Disperatamente Giulia’ (1989) di Enrico Maria Salerno.

La crisi. La fine della carriera di Antonelli ha una data: il 27 aprile 1991, quando furono trovati a casa sua 36 grammi di cocaina, reato per cui venne arrestata e condannata in primo grado a tre anni e sei mesi di carcere per spaccio di stupefacenti. Nel 2000 fu assolta dalla Corte d’appello di Roma, che la riconobbe non spacciatrice ma solo consumatrice abituale di stupefacenti (non più reato per la legge che nel frattempo era cambiata).

Nel frattempo riprovò quindi cinema, come protagonista di ‘Malizia 2000’ sempre diretta da Samperi nel 1991. Invece di rilanciarla, fu l’ultimo colpo per la sua carriera: anzitutto il film si rivelò un flop e Antonelli si allontanò definitivamente dal mondo dallo spettacolo; ma i danni collaterali furono anche peggio. L’attrice, per cercare di mascherare i segni dell’età, durante le riprese si era sottoposta a iniezioni di collagene: un trattamento che la sfigurò e che la portò ad aprire un processo civile contro produttore e regista del film, per averla costretta al trattamento anti-rughe, e contro il chirurgo plastico.

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L’addio. Dopo 13 anni la richiesta di maxi risarcimento venne respinta, un fatto che destabilizzò moralmente e psichicamente l’attrice, che venne ricoverata più volte presso il centro d’igiene mentale di Civitavecchia. Nel 2003, in primo grado, le venne riconosciuto un risarcimento forfetario di diecimila euro. I legali portarono il suo caso alla Corte Suprema dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. Il 23 maggio del 2006, la Corte d’Appello di Perugia le riconobbe un risarcimento di 108.000 euro più gli interessi, per i danni di salute e di immagine subiti. Un indennizzo mai ricevuto veramente, mentre lei continuava a vivere con una pensione minima. Era stato l’amico Lino Banfi nel giugno 2010 a fare un appello per lei dalle pagine del Corriere della Sera, e aveva raccontato che l’amica aveva detto di essere “morta da anni”. “Mi farebbe piacere vivere in modo più sereno e dignitoso – lei aveva risposto tramite l’avvocato – anche se a me la vita terrena non interessa più, vorrei essere dimenticata”.

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