Sanremo (Imperia), 12 feb. (LaPresse) – Sala stampa gremita, ressa di fotografi e decine di donne in fila per una foto. Sembra di essere tornati negli anni ’80, quando gli Spandau Ballet erano gli idoli delle teenager. I londinesi Tony Hadley, Gary e Martin Kemp, Steve Norman John Keeble riportano gli anni ’80 sul palco dell’Ariston al Festival di Sanremo, dove sono già stati ben tre volte: “Un record”, scherzano. Il gruppo arriva a Sanremo, dove si esibirà in un medley dei suoi più grandi successi, a quasi 6 anni dalla reunion dopo una lunga separazione durata 20 anni.

Nel 2009 la band inglese ha annunciato il suo ritorno con l’album ‘Once born’. Non solo musica, ma anche cinema: gli Spandau, infatti, hanno girato un film sulla loro storia e le loro divergenze, ma di queste non vogliono più parlare: “E’ meglio lasciar da parte i problemi. Sono 5 anni che ci siamo rimessi insieme. Basta guardare il film per capire le nostre divergenze. Adesso pensiamo al presente”. E il film rappresenta proprio la voglia di sperimentare in altri campi oltre a quello della musica, come negli anni ’80 gli Spandau avevano fatto con i video musicali. Nel film, spiegano, “la regista si è concentrata sul rapporto che c’è fra noi, sulla nostra amicizia”.

“Molte delle scene del film – racconta un aneddoto Martin – sono state girate con una telecamera che comprai per 60 sterline con uno dei miei primi stipendi con gli Spandau”. Ma come è cambiato il mondo della musica in questi 20 anni di assenza dalle scene? “La musica – spieha John Keeble – cambia continuamente, è sempre in evoluzione. Certamente rispetto alla fine degli anni ’70, quando noi abbiamo iniziato, ora è molto diverso. Non c’erano internet, i cellulari. E’ cambiato tutto, ma la musica vuol dire grandi canzoni e grandi testi. E gli Spandau sono stati una delle più grandi band dal vivo. Speriamo di poter proseguire su questa strada, ora che siamo di nuovo insieme”. E proprio a questo proposito, gli Spandau Ballet saranno in tour in Italia a partire dal 24 marzo con tappe a Milano, Torino, Padova, Firenze e Roma. “Il tour – spiega Martin Kemp – sarà una celebrazione degli Spandau. Ci sarà un po’ di tutto: pezzi vecchi ma anche tutto ciò che abbiamo prodotto negli anni. Alcune nostre canzoni hanno segnato dei momenti importanti nella vita di tante persone. Vogliamo che sia questo lo spirito che la gente respirerà”. E per il futuro? “Sarebbe un peccato – dicono – se non riuscissimo, in pochi mesi, a mettere insieme un album vista la creatività che c’è fra noi in questo momento”. Gli Spandau respingono l’idea che la loro sia una musica ‘di plastica’.

“Chi lo dice – commenta John Keeble – è un idiota. E’ difficile avere successo in questo campo, ancora di più continuare ad averne dopo tanti anni. Ci vogliono impegno e lavoro”. E a tutti gli ex teenager degli anni ’80, che erano invidiosi delle attenzioni delle ragazzine per loro? “Ci dispiace per questo, chiediamo scusa – scherza Steve Norman – è un duro lavoro ma qualcuno lo deve pur fare”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: