Montecarlo (Principato di Monaco), 2 lug. (LaPresse) – Kate Middleton e il principe William. Charlene Wittstock e il principe Alberto II di Monaco. Due donne ‘borghesi’, due commoner, che sposano entrambe due uomini di sangue blu, uno un futuro re e l’altro un principe. Kate grazie alle sue nozze reali è entrata a piedi giunti nel casato dei Windsor, in quella che è in tutto il mondo ‘la monarchia per antonomasia’, quella inglese. Charlene avrà il compito di illuminare il piccolo principato di Monaco, due chilometri quadrati di paradiso fiscale e di mondanità e jet set, dove aleggia pesante l’ombra dell’indimenticabile Grace Kelly. Eppure a Westminster, durante il matrimonio di William e Kate si è respirata, sì un’atmosfera reale, anzi ‘realissima’, ma in realtà meno formale e solenne, meno severa e irregimentata nei ranghi di quella che si è, invece, creata in occasione del rito religioso a Montecarlo. La differenza l’hanno fatta le due spose. Due donne bellissime, che entrambe hanno saputo attendere con pazienza i loro mariti regali, 29 anni Kate, pochi di più, 33, Charlene, eppure due spose molto diverse. Più naturale, spontanea, anche più disinvolta Kate, nel giorno del fatidico sì, decisamente più rigida, invece, a parte qualche momento in cui si è ‘ammorbidita’, come quando ha dolcemente appoggiato la guancia sulla spalla di Alberto, Charlene. Per la statuaria ex campionessa di nuoto sudafricana la regalità del piccolo principato di Monaco sembra aver pesato di più in termini di formalismo e rigore di quanto non sia, invece, accaduto nel regno d’Inghilterra, uno dei simboli più forti e imponenti delle monarchie di tutti i tempi. Se Grace Kelly, principessa ex diva di Hollywood era stata definita ‘ghiaccio bollente’, con Charlene Wittstock, ora principessa, si è visto qualcosa che assomiglia di più a un ghiaccio intiepidito forse da un confronto con Grace, impossibile da vincere, a priori.
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