Floridia: "Ora serve accordo". Schlein: "Indisponibili a nomine prima di riforma governance"
“Riteniamo opportuno avviare in Parlamento il confronto per definire una nuova legge di sistema, che tenga conto di tutte le trasformazioni tecnologiche intervenute, per arginare e regolare il dominio di giganti del web e piattaforme, per fermare il saccheggio digitale e tutelare il diritto d’autore nel mondo dell’editoria e dell’audiovisivo, a garanzia di ogni espressione della cultura, del sapere e dell’informazione. Il tutto alla luce delle regole europee in vigore e in via di futura attuazione e della giurisprudenza costituzionale. Il Parlamento è ovviamente la sede del confronto e delle decisioni. Pronti al dibattito in ogni altra sede, a partire da iniziative promosse da organi istituzionali. In attesa di regole che tengano conto, per il sistema nel suo complesso e per il servizio pubblico, delle previsioni che dovranno entrare in vigore entro il 2025, riteniamo che debbano essere applicate le norme vigenti senza indugi, a tutela delle prerogative del Parlamento, del pluralismo e della funzionalità del servizio pubblico”. Lo affermano in una nota i leader del centrodestra Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi.
“L’evoluzione del mondo dell’informazione impone una impegnativa sfida a tutte le istituzioni politiche – affermano i leader della maggioranza -. L’irrompere dei giganti del web, la crescita di potenti piattaforme spesso connesse ai colossi della rete, il saccheggio digitale che investe il mondo dell’editoria e dell’audiovisivo, il dilagare delle cosiddette fake news e molto altro ancora richiedono un nuovo assetto normativo. In molti casi con regole di respiro internazionale. Come è avvenuto con le direttive del diritto d’autore emanate dall’Unione Europea e recepite dall’Italia”.
“Analogo percorso – sottolineano quindi – dovrà essere affrontato per il Media Freedom Act, approvato dal Parlamento europeo, che entro il 2025 andrà recepito. In Italia poi la Corte Costituzionale ha indicato nel tempo, con varie sentenze e ordinanze, il ruolo del servizio pubblico televisivo e la fondamentale funzione del Parlamento”.
Rai, Floridia: “Ora accordo su riforma governance, domani capigruppo Vigilanza”
“Finalmente i leader di centrodestra si dicono pronti al dibattito sulla riforma del servizio pubblico nel solco del Media Freedom Act europeo. È il momento di passare ai fatti attraverso Stati Generali del servizio pubblico che gettino le basi per una riforma condivisa che possa procedere spedita in Parlamento. Già domani ho convocato una riunione con i capigruppo in commissione di vigilanza di tutti i partiti in cui definire lo schema di lavoro e condividere metodo e merito per giungere a questo appuntamento il prima possibile. Abbiamo tutti il dovere di dare al Paese una legge in linea con i principi del Media Freedom Act europeo e capace di slegare definitivamente la Rai dal rapporto asfissiante con il governo di turno. È una grande responsabilità che grava su tutte le forze politiche. Mi aspetto da Giorgia Meloni e da tutti i partiti l’impegno formale a condividere una data certa entro cui tenere questo appuntamento”. Così la presidente della commissione di vigilanza Rai Barbara Floridia.
Pd: “Maggioranza passi da parole a fatti, avviare subito riforma”
“Il riconoscimento della necessità di recepire l’European media freedom act è sicuramente un passo avanti per la maggioranza e dimostra la correttezza delle posizioni portate avanti dalle opposizioni. Ora però si passi dalle parole ai fatti e si avvii subito la discussione in parlamento della riforma della Rai”. Così in una nota il capogruppo democratico nella Commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano, e il responsabile informazione del Pd, Sandro Ruotolo.
Schlein: “Indisponibili a nomine prima di riforma governance”
“Pare che finalmente abbiamo convinto la maggioranza della necessità di procedere alla riforma della Rai per renderla indipendente dalla politica e dai partiti. Noi non siamo disponibili a nomine, lottizzazioni, rinnovi di cda già in scadenza prima della riforma complessiva della Rai. Oggi che anche i leader di maggioranza riconoscono questa necessità mettiamoci subito al lavoro, bene e in fretta”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein intercettata dai cronisti in Transatlantico.
M5S: “Prima accordo su stop legge Renzi, poi i nomi”
“Se a Giorgia Meloni e agli altri leader di destra stanno davvero a cuore la tutela delle prerogative del Parlamento, del pluralismo e della funzionalità del servizio pubblico, mettano gli Stati Generali per la riforma della legge sulla governance – contraria ai principi del Media Freedom Act europeo – prima dei nomi. Noi come M5S non siamo disponibili ad aiutare la maggioranza a risolvere i suoi problemi interni. Chiediamo prima la certezza sugli Stati Generali, necessari ad aprire un dibattito pubblico per procedere spediti in Parlamento con un accordo per superare definitivamente la legge voluta dal PD di Renzi e slegare la Rai dal governo di turno. Solo dopo si può pensare ai nomi“, dichiarano invece gli esponenti M5S in commissione di vigilanza Rai.
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