Gli argomenti al centro del dibattito tra i partiti in vista delle elezioni dell'8 e il 9 giugno

Dai migranti alla sanità, dal pressing per la pace al dibattito sulle alleanze. Ecco alcuni dei temi principali che hanno caratterizzato la campagna elettorale per le Europee dell’8 e 9 giugno.

La questione migranti

La visita della premier Giorgia Meloni in Albania ha acceso il dibattito sui migranti, dopo le polemiche a più riprese sulla difesa dei confini e le critiche alla gestione di Ursula von der Leyen. Uno “spottone” a pochi giorni dal voto, il commento della segretaria dem Elly Schlein e del leader M5S Giuseppe Conte, che hanno criticato la scelta di investire “quasi un miliardo” per i centri in Albania invece di utilizzarli per la sanità.

La sanità, fil rouge della campagna elettorale

La sanità, appunto, è un altro dei ‘fil rouge’ della campagna per le Europee. Schlein ha puntato sulla difesa del Servizio sanitario nazionale, parlando a più riprese della pdl a sua prima firma. E, dopo il Consiglio dei ministri dei giorni scorsi che ha varato norme per l’abbattimento delle liste d’attesa, Conte aveva attaccato la mancanza di adeguati finanziamenti. La corsa a Strasburgo era iniziata però, ancor prima della nascita della lista Stati Uniti d’Europa e della conseguente corsa solitaria di Azione, con la richiesta da parte di Matteo Renzi e Carlo Calenda dell’attivazione del Mes sanitario.

I conflitti: Ucraina e Medioriente

La guerra in Ucraina e la crisi in Medioriente sono entrati inevitabilmente anche nella campagna elettorale italiana. Le differenze tra i vari partiti si sono evidenziate soprattutto rispetto al sostegno Kiev. Restano su posizioni più ‘atlantiste’ FdI, FI, Azione e Sue. Anche il Pd continua a ribadire il supporto all’Ucraina a Kiev ma invoca una strada per arrivare alla pace, con qualche voce ‘indipendente’ come Marco Tarquinio che ha invocato lo scioglimento della Nato scatenando un dibattito interno al Nazareno e non solo. Il M5S ha invece fatto della pace una bandiera della campagna, inserendo la parola come hashtag nel contrassegno elettorale. Nel centrodestra, il leader della Lega Matteo Salvini si smarca in parte dalle posizioni di maggioranza, insistendo sulla necessità di un negoziato e bollando come “follia” l’ipotesi di invio di truppe europee in difesa di Kiev o l’utilizzo di armi occidentali in territorio russo.

Le alleanze in Europa

Lega e Forza Italia, protagonisti di un testa a testa nel centrodestra, si sono spesso punzecchiati sul perimetro delle alleanze europee. Neanche l’espulsione dell’ultradestra tedesca di Afd dal gruppo Id (di cui fanno parte anche Lega e Rassemblement National) ha placato gli animi. Il vicepremier Salvini continua a sostenere l’alleanza con Marine Le Pen, le cui posizioni però – secondo il segretario FI Tajani – sono inconciliabili con quelle del Ppe che resta “centrale” nell’Eurocamera. 

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