Forza Italia continua a spingere per l'abrogazione

Dopo il passo indietro, adesso bisogna capire come andare avanti. Nella maggioranza d’altronde tiene banco da giorni il caso-redditometro, prima pubblicato in Gazzetta Ufficiale con la firma del viceministro del Mef, Maurizio Leo, poi sospeso dalla premier Giorgia Meloni “in attesa di ulteriori approfondimenti” dopo le polemiche e le critiche mosse in primis dagli alleati, Lega e Forza Italia.

Oggi, nella riunione del Consiglio dei ministri, è attesa la relazione dello stesso Leo sul decreto predisposto dagli uffici del Ministero dell’Economia e delle finanze. Per il vicepremier Matteo Salvini il caso è già chiuso, “è stato un errore di percorso durato una manciata di minuti, è superato. Il redditometro è eredità del passato”. Nella riunione a palazzo Chigi dovrebbero emergere maggiori dettagli sui tempi dell’iter per la sospensione annunciata da Meloni.

Fonti di governo hanno già spiegato che “viene differita l’attività applicativa del decreto ministeriale riguardante la determinazione sintetica del reddito, nelle more di un successivo provvedimento normativo di revisione dell’istituto”. Provvedimento che dovrebbe essere un altro decreto ministeriale.

La sospensione tuttavia non sembra bastare né alla Lega né a Forza Italia, che spingono per la completa cancellazione. “Il redditometro va abolito”, dichiara infatti il capogruppo dei senatori di FI, Maurizio Gasparri, annunciando che il gruppo azzurro a Palazzo Madama, ha predisposto “un semplice emendamento che potrà essere utilizzato da tutta la maggioranza, noi certamente lo faremo, per abrogare questo strumento obsoleto che è stato sostituito dalle nuove normative fiscali volute dal governo di centrodestra”.

Il testo dell’emendamento secondo Gasparri sarà portato in discussione in Cdm dal vicepremier e segretario di FI Antonio Tajani, che ieri è tornato ad attaccare lo strumento: “Il redditometro è un sistema inquisitivo”. Bene quindi la marcia indietro. “È una vittoria per gli italiani, una giusta scelta – sottolinea -. Essere una coalizione vuol dire anche dire sempre la verità, l’importante poi è il risultato. Avere idee differenti non significa minare la coalizione”.

Quanto accaduto sul redditometro, per la segretaria del Pd Elly Schlein, è invece “un altro esempio di come questa destra sia divisa e incoerente. Quello che trovo preoccupante è che questa destra voglia sempre dare un messaggio a chi fa il furbo e non ai cittadini onesti che pagano le tasse”. All’attacco anche il leader del M5s, Giuseppe Conte: “Il redditometro lo introducono e poi se lo rimangiano. Dicono che non vogliono uno stato di polizia fiscale ma vanno in quella direzione. Se lo rimangiano adesso che c’è la campagna elettorale ma vedrete che ce lo ripropongono un attimo dopo. Andate a casa. Siete dei dilettanti“.

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