Il ddl è stato presentato da Fratelli d'Italia e Partito democratico. Previsto l'aumento della soglia minima per l'iscrizione da 13 a 15 anni

Arginare la dipendenza dai social e il fenomeno dei baby influencer: a questo punta un ddl bipartisan presentato al Senato da Lavinia Mennuni, di Fratelli d’Italia, e alla Camera da Marianna Madia, del Partito democratico.

“Appare indispensabile – si legge nella relazione che accompagna il testo, di cui LaPresse ha preso visione – adottare talune disposizioni di legge che, senza rallentare il processo di trasformazione digitale del Paese valgano, tuttavia, a garantire, specie ai minori, un adeguato ed efficace quadro di tutela capace di massimizzare le opportunità loro offerte dal digitale, minimizzando i rischi”. Il ddl, in sei articoli, è ancora da limare, spiegano le due proponenti, e aumenta da 13 a 15 anni la soglia minima per l’iscrizione ai social, con una deroga per gli utenti che si iscrivono con l’assistenza dei genitori, prevede l’obbligo di verificare l’età degli utenti, delegando a un apposito provvedimento dell’Agcom, sentito il Garante della Privacy, le modalità tecniche per accertare i requisiti. Inoltre, si punta a limitare la diffusione dell’immagine di un minore: se non è occasionale e genera un profitto, è soggetta all’autorizzazione di chi ne esercita la responsabilità genitoriale o ne è tutore.

Mennuni (FdI): “Tutti appoggino ddl contro dipendenza da social”

“E’ necessario agire anche in Italia per regolamentare l’uso dei social da parte dei giovani, per contrastare le nuove insidiose dipendenze verso contenuti come la cyberpornografia o violenti”, ha affermato a LaPresse la senatrice di FdI Lavinia Mennuni. “Il testo è ancora da limare, perché è in corso un confronto con gli esperti. Da un lato si aumenta l’età per accedere i social, dall’altro si va a regolamentare il fenomeno dei baby influencer”. “Il disegno di legge è stato presentato in modo sincrono da me al Senato e dall’onorevole Marianna Madia alla Camera e intende offrire un contributo all’azione, che deve vedere protagonisti tutti gli organismi che possano agire insieme dinnanzi al balzo della tecnologia e dei nuovi scenari di rischio, capaci di reagire in modo altrettanto rapido ed efficace, sul fronte della tutela della dignità dei bambini e degli adolescenti nel mondo del digitale”, ha aggiunto.

“Speriamo che il testo sia il più possibile condiviso e invitiamo gli esponenti a partecipare in modo che possa avere un percorso preferenziale”. “La pandemia ha accelerato in maniera straordinaria l’ingresso di larghe fasce della popolazione italiana nella dimensione digitale. Tale processo ha interessato anche milioni di bambini e adolescenti. Così come, anche in altre nazioni, sono in atto studi e rapporti che registrano quadri allarmanti, a breve partirà una indagine conoscitiva della commissione bicamerale infanzia e adolescenza perché è necessario agire anche in Italia al fine di regolamentare l’uso dei social da parte dei giovani, per contrastare le nuove insidiose dipendenze verso contenuti come la cyberpornografia o violenti. Con il recente decreto Caivano, si è avviato un rilevante processo atto ad individuare soluzioni imponendo ai gestori dei siti pornografici di verificare la maggiore età dei loro utenti e demandando ad Agcom, di individuare le soluzioni più idonee”.

Madia (Pd): “Non vietiamo web ma proviamo ad aiutare famiglie”

“Si tratta di un problema che vivono tutte le famiglie con bambini e adolescenti e dunque noi vogliamo con spirito unitario provare ad aiutarle non vietando la rete – che anzi è uno strumento di uguaglianza ed emancipazione – ma promuovendone un uso sicuro e consapevole“, ha detto a LaPresse la deputata del Pd Marianna Madia

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