Il commissario europeo all'Economia: "Prudenza del governo più che comprensibile"

Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, in punto stampa a margine della presentazione delle previsioni economiche di primavera, ha parlato del Superbonus, dopo l’ok arrivato dalla commissione del Senato: “Voglio tranquillizzare tutti voi che comunque non siamo di fronte a un ‘rischio Grecia’. Siamo di fronte a una misura che certamente avrà avuto anche degli effetti positivi, ma che, essendo andata fuori controllo, è diventata pericolosa. Il governo fa bene, a nostro parere, a porvi rimedio”. 

Gentiloni: “Superbonus misura pericolosa per conti pubblici”

“Il Superbonus non è certo una decisione europea, tanto meno il controllo del tiraggio sul Superbonus è un problema di un ufficio europeo. Quello che interessa alla Commissione è che una parte di questo finanziamento sia andata al miglioramento ambientale di diverse abitazioni e dal punto di vista delle politiche di bilancio direi che la prudenza del governo rispetto a questa misura è più che comprensibile – ha aggiunto Paolo Gentiloni – Perché la misura, al di là dell’impatto positivo che può avere sull’attività delle costruzioni, dal punto di vista dei conti pubblici italiani certamente si è mostrata molto molto pericolosa”.

Superbonus, Abi: “Permangono elementi di retroattività”

“L’emendamento presentato dal Mef sul cosiddetto Superbonus ha parzialmente chiarito la tematica rispetto ad anticipazioni dei giorni precedenti: è stato chiarito che a fronte di operazioni di sconto in fattura e di acquisto di crediti fiscali, connessi con il Superbonus, è confermata la possibilità di spalmare il credito fiscale in quattro anni. Permangono elementi di retroattività“. Lo rileva il Comitato esecutivo dell’Abi che, riunito oggi a Milano, ha approvato all’unanimità un documento nel quale viene evidenziato che “in particolare: per i beneficiari diretti delle detrazioni relative alle operazioni attivate tra l’inizio del 2024 e l’entrata in vigore della legge di conversione; per le banche e altri intermediari finanziari che si vedrebbero ridotte dal 2025 le voci compensabili, incidendo, quindi, anche sui crediti maturati negli anni passati. In particolare, verrebbero escluse le componenti relative ai contributi previdenziali, assistenziali e ai premi per l’assicurazione contro gli infortuni del lavoro e le malattie professionali. In questo modo per le banche sarebbe impossibile compensare i crediti d’imposta acquistati, incidendo negativamente sulla loro capacità di acquistare ulteriori crediti. Dovrebbero essere rivisti i piani di acquisto con riflessi negativi per le imprese che non riuscissero a cedere tali crediti”. 

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