L'opposizione continua a chiedere le dimissioni del governatore regionale

Sarà sentito la prossima settimana dai pm di Genova Giovanni Toti, che tramite il suo avvocato ha formalizzato la richiesta di essere ascoltato nell’ambito dell’inchiesta della Procura sulla corruzione in Liguria, a una settimana dai suoi arresti domiciliari.

Dopo una prima udienza nella quale il governatore ligure, attualmente sospeso, si è avvalso della facoltà di non rispondere, per completare e approfondire la lettura delle migliaia di pagine di carte legate all’indagine, il suo legale Stefano Savi in mattinata ha chiesto di calendarizzare l’interrogatorio. “Si farà senz’altro – ha detto -, ma non sappiamo quando, certamente non questa settimana”.

Inchiesta Liguria, ci sarebbe anche fascicolo su rivelazione di segreto d’ufficio

Toti si è detto pronto a chiarire la sua posizione e a spiegare quanto gli viene addebitato, e lo farà probabilmente a inizio della prossima settimana, mentre in queste ore il lavoro dei magistrati si concentra, dopo gli interrogatori di garanzia, sul sentire anche i primi testimoni e le persone informate sui fatti. Ci sarebbe anche un fascicolo sull’ipotesi di rivelazione di segreto d’ufficio. Dalle carte, infatti, in una conversazione captata nel settembre del 2022, emerge come Italo Maurizio Testa, nel corso di un incontro con la comunità riesina a Genova, venne avvicinato da un uomo che lo mise in guardia su possibili indagini già in corso: “Vedi che stanno indagando, non fate nomi e non parlate al telefono”.

Il gip in mattinata ha svolto gli interrogatori dei due fratelli Arturo e Italo Testa, accusati di corruzione elettorale e di aver pilotato i voti della comunità riesina a Genova verso alcuni candidati della lista Toti alle elezioni regionali del 2020 in cambio di favori. Dei due, il primo ha parlato per oltre un’ora con il giudice, il secondo invece – che si è avvalso della facoltà di non rispondere – ha depositato agli atti tramite il suo legale una lettera del 2007 inviata dall’ex sindaca di Genova Marta Vincenzi alla comunità riesina di Certosa.

Opposizione chiede dimissioni

Sul fronte Regione, resta ancora da sciogliere il nodo sul futuro dell’ente: oggi si è tenuto il primo Consiglio regionale dagli arresti di Toti, alla presenza del presidente ad interim Alessandro Piana. Se l’avvocato del governatore Stefano Savi ha ancora una volta smentito qualunque voce di eventuali dimissioni, che “finché non avrà la possibilità di chiarire non sono un tema”, la giunta prova a resistere, ed è nelle intenzioni di Piana proseguire senza soluzione di continuità con il lavoro impostato. Questione di responsabilità per il presidente ‘facente-funzioni’, che parlando con i cronisti ha sottolineato che “per rispetto in primis dei liguri, del presidente Toti e degli inquirenti” è giusto “non dimettersi e anzi non scappare, se consentite, e portare avanti tutto quello che d’importante c’è da fare per la regione Liguria”.

I nodi però sono tutt’altro che sciolti. Le opposizioni durante la mattinata di question time in Consiglio hanno chiesto compatte alla giunta di dimettersi e tornare al voto il prima possibile. Il rischio è che l’ente esca depotenziato e immobile dalla valanga che ha travolto il presidente. Tra i problemi c’è anche quel che sarà delle grandi opere per le quali Toti era stato nominato commissario, in particolare il cantiere dello Scolmatore del Bisagno a Genova, il progetto del rigassificatore di Vado Ligure, la Via dell’Amore alle Cinque Terre legata al tema del dissesto. Sono in corso interlocuzioni con il Governo, con lo stesso Piana che ha dato la disponibilità, insieme all’assessore alla Difesa del suolo Giacomo Giampedrone, a occuparsi delle materie: l’obiettivo è non vedere fermarsi il cantiere dello Scolmatore, atteso da anni e già stoppato e ripartito dopo le vicende delle interdittive antimafia.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata