Prevede la diluizione in 10 anni dei rimborsi fiscali per gli interventi. Tajani frena: "Voglio vederci chiaro, possibili modifiche"

È stato ‘bollinato’ (ha avuto cioè il via libera della Ragioneria Generale dello Stato) l’atteso emendamento ‘spalma-crediti’ al decreto Superbonus, che prevede cioè la ripartizione in dieci quote annuali (invece che sui quattro anni ora previsti) dei rimborsi fiscali per le spese effettuate nel 2024 su interventi edilizi che rientrano nella disciplina dei vari bonus. Elaborato e depositato nella serata di venerdì dal governo in Commissione Bilancio del Senato, il testo si compone di circa otto pagine. Tra le norme al suo interno non solo quella che prevede la diluizione dei crediti del bonus ma anche misure specificamente rivolte alle banche a partire del 2025. 

La disciplina per le banche

Alle banche e agli intermediari finanziari non è consentita la compensazione dei crediti d’imposta con crediti previdenziali. La norma non vale per le persone fisiche. Inoltre a partire dal 2025 cambia la rateizzazione per gli istituti di credito, che pagheranno i crediti d’imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto del Superbonus in 6 rate annuali (rispetto alle attuali 4) di pari importo, senza la possibilità di cederle a terzi. La norma però non si applica a quelle banche che dimostrino di aver acquistato le rate dei crediti a un corrispettivo pari o superiore al 75% dell’importo delle corrispondenti detrazioni. Nell’emendamento del governo compaiono inoltre un fondo da 35 milioni per le aree sismiche e un fondo da 100 milioni per la riqualificazione energetica e strutturale realizzata dagli enti del terzo settore, dalle onlus, dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale.

Tajani: “Voglio vederci chiaro, possibili modifiche”

Il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, però, frena: “Voglio vederci chiaro nel nuovo testo che è stato presentato stanotte dal ministero dell’Economia e delle Finanze, bisogna veramente prestare molta molta molta attenzione. Io lunedì mattina come partito ascolterò tutti i rappresentanti delle varie categorie per capire cosa c’è da aggiustare in Parlamento rispetto a questa proposta che è arrivata dal ministero”, ha detto intervenendo all’inaugurazione di Condominio in Fiera a Roma. “Non si possono dare delle norme retroattive perché è un principio giuridico molto chiaro, si possono fare delle norme da oggi al futuro, ma tu non puoi pensare che chi ha fatto delle scelte con una legge che ti permetteva di fare delle cose adesso ne debba ripagare il prezzo. Si possono chiudere le porte, ma sei responsabile di quello che era permesso prima“, ha aggiunto.

Tajani: “Stare attenti a chi subisce le conseguenze”

“Bisogna dare sempre certezza nel rapporto tra istituzioni, imprese, banche. Perché il Superbonus in teoria sarebbe stata una cosa molto giusta, avrebbe dovuto rilanciare l’industria dell’edilizia, avrebbe dovuto migliorare le nostre case, ma poi purtroppo ci sono stati troppi imbroglioni e ci sono state gravissime carenze nei controlli per i quali questo ha finito per fare di tutta l’erba un fascio e chi aveva lavorato e chi aveva imbrogliato sono finiti in un grande calderone. Adesso purtroppo ci sono grossi problemi per i conti pubblici, nessuno sottovaluta questo problema, ma bisogna anche stare molto attenti a chi poi subisce le conseguenze di restringimento”, ha aggiunto Tajani. 

Tajani: “No a condono generalizzato, sì amnistia per piccole anomalie”

Il vicepremier ha anche preso le distanze dall’ipotesi che possa essere effettuato un condono generalizzato delle irregolarità edilizie, pur aprendo alla regolarizzazione delle anomalie più piccole. “Bisogna tutelare i conti pubblici ma non devastare i conti privati, questo è l’altro tema fondamentale. Sul patrimonio della casa credo che si debba fare molto di più. Come sapete, in Parlamento, al Senato, è stato incardinato il tema della rigenerazione urbana che è importante. La commissione ha riunito tutte le proposte di legge, io credo che si possano fare alcune cose importanti: si devono autorizzare alcune ‘anomalie’ che ci sono state, dal tramezzo alla finestra più grande o più piccola che è stata fatta. Lì si può intervenire nel contesto di una rigenerazione urbana con una sorta, tra virgolette, di ‘amnistia’. Non si può fare un condono generalizzato perché il condono generalizzato punisce chi ha pagato regolarmente e quindi non è giusto, ma nell’idea, come diceva Berlusconi, ‘padroni a casa propria’, un tramezzo invece si può risolvere“, ha detto il vicepremier. “Il tutto in un contesto più ampio: la rigenerazione urbana deve favorire la crescita dell’industria dell’edilizia, la tutela dell’ambiente, la modernizzazione degli edifici, il risparmio energetico“, ha aggiunto, concludendo: “Poi c’è tutta la questione della successione, siamo intervenuti anche su quello proprio per tutelare la proprietà e quindi per noi come Governo e come FI la tutela del patrimonio casa è la tutela della persona”.

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