Il vicepremier Tajani: "Era necessario intervenire perché c'era un rischio forte per i conti pubblici"

Il commento di Forza Italia dopo lo stop definitivo alla cessione dei crediti da Superbonus decretato a sorpresa nel Consiglio dei ministri di ieri, 26 marzo. Il capogruppo azzurro alla Camera, Paolo Barelli, dice a LaPresse che FI ha appreso del nuovo provvedimento “a ridosso” della riunione del governo. “Credo che si siano fatti i conti e sono preoccupati al Mef perché penso ci sia un conto mensile di 10 miliardi, per cui lo Stato va in default”, ha aggiunto, precisando che comunque “qualcosa di quello che ho visto” nel nuovo decreto legge “non va bene e andrà rettificato in conversione”. Ad esempio, ha sottolineato, “il fatto che si possa cedere il credito solo all’azienda diventa un problema. Detto questo, il problema nasce dai conti. Uno potrebbe dire: ma adesso escono questi conti? Evidentemente c’è un’evoluzione diabolica per cui non è che possiamo andare in default“. 

 “Era necessario intervenire perché c’era un rischio forte per i conti pubblici. Dobbiamo essere responsabili e impedire che ci siano dei rischi seri per le casse dello Stato“. Così il vicepremier Antonio Tajani sul Superbonus, a margine di un convegno organizzato da Forza Italia a Napoli per i 30 anni dalla vittoria alle elezioni del 1994. “Il testo approvato dal Cdm può essere migliorato in Parlamento – ha aggiunto Tajani – io per esempio ho un paio di idee, tipo la seconda cessione del credito da parte del cittadino non soltanto all’azienda, ma poi dopo si può cedere anche alla banca, l’altro per quanto riguarda il bonus sismico, si può passare dalla riduzione dal 110 al 90 a una riduzione dal 110 al 95. Ma bisogna sempre stare attenti ai conti pubblici. Troppe persone hanno usato i soldi del Superbonus in maniera un po’ allegra“. 

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