Gli ex sindaci pugliesi chiedono il cambiamento delle norme sullo scioglimento dei Comuni

Il giorno dopo la drammatica conferenza stampa in Comune a Bari, conclusa tra le lacrime, il sindaco del capoluogo pugliese Antonio Decaro sceglie il partecipatissimo corteo antimafia di Libera, a Roma, per tornare a gridare la sua rabbia contro la decisione del ministero dell’Interno di decretare una commissione d’accesso per l’eventuale scioglimento del Comune. “Credo di essere un esempio di sindaco antimafia – ha detto Decaro, sfilando accanto al fondatore di Libera don Luigi Ciotti -. Io indosso la fascia tricolore, ho giurato sulla Costituzione, aspetterò serenamente gli ispettori della prefettura e ci metteremo a disposizione. Non abbiamo niente da nascondere“. La decisione del Viminale è giunta a seguito dell’inchiesta giudiziaria che ha portato a 130 arresti, tra cui una consigliera comunale barese, su un presunto giro di voti di scambio. Il ministero ha disposto anche l’ispezione in Prefettura dopo che dalle indagini è emerso che una funzionaria si sarebbe rivolta ai clan per ottenere, dietro pagamento di un riscatto, la restituzione di un’auto rubata. Della natura politica dell’atto del governo è convinto don Ciotti: “Basta guardare come si sono mossi certi personaggi di paese – ha detto -. Ma parla la sua storia, la sua vita“.

Ex sindaci chiedono cambio norme su scioglimento Comuni

Sebbene la commissione d’accesso non implichi necessariamente lo scioglimento dell’amministrazione, sono diversi i Comuni pugliesi che negli anni scorsi hanno visto anticipare la loro chiusura per decisione del Governo centrale. Sindaci che in alcuni casi, una volta superate le bufere giudiziarie, hanno chiesto conto per quello che considerano un “danno” umano e politico. “A Trinitapoli non ci sono stati consiglieri arrestati, non ci sono stati neanche avvisi di garanzia”, ha detto l’ex sindaco di Trinitapoli (Bat), Emanuele Pio Losavio. “O si è dalla parte dello Stato sempre, o non lo si è mai – ha detto -. Le lacrime le comprendo, quelle le ho versate anche io e non davanti alle telecamere. Sono rimasto fino all’ultimo giorno al mio posto, provando a salvare la Città dall’onta dello scioglimento”. Chiede un cambiamento delle norme per lo scioglimento dei Comuni l’ex sindaco di Ostuni, Guglielmo Cavallo: “Il procedimento previsto dall’articolo 143 del Tuel – dice a LaPresse – non consente un contraddittorio pieno e la Commissione d’accesso può arbitrariamente decidere quali atti porre a base della relazione e quali, invece, omettere”. “Le comunità come la mia che hanno vissuto questo stigma hanno scommesso sulla possibilità di riuscire a farcela contro una condizione avversa che per anni ne ha affannato lo sviluppo e la crescita – dice il sindaco di Mattinata (Foggia), Michele Bisceglia -. E ci stanno riuscendo con sacrificio e con dignità”.

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