Il vicepremier: "In Abruzzo, dopo la Sardegna, mi aspettavo la nostra crescita"

“Mi interessa lavorare per il bene dei cittadini. E credo che una Forza Italia più forte sia un bene per il Paese: per il suo ruolo in Europa e per le politiche di governo”. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ribadendo l’obiettivo per il partito di “superare il 10% alle Europee e il 20% alle prossime politiche“. L’ambizione, dice Tajani, è “aggregare l’area che sta fra Meloni e Schlein, che è molto vasta e che cerca rappresentanza. Siamo aperti ad accordi politici con tutti coloro che condividono i nostri stessi valori e la voglia di portare avanti battaglie per la giustizia, per la riduzione delle tasse, per una politica estera seria”.

Il messaggio è rivolto “a chi non è andato a votare in primo luogo, ma certamente – spiega – a forze di centro con cui siamo già in contatto, liste civiche, movimenti. Sul territorio, dove Bardi e Cirio sono stati giustamente ricandidati, anche magari a chi finora si è schierato nel fronte avverso e guarda con interesse alla crescita di un’area moderata per incidere”. Iv e Azione ul piano locale, se vogliono confrontarsi, noi ci siamo. Lo troverei abbastanza normale, visto anche la provenienza moderata dei nostri candidati. Naturalmente poi ci saranno le Europee e ognuno correrà in autonomia”. In Abruzzo dopo la Sardegna, “mi aspettavo la nostra crescita, perché Berlusconi — al quale dedichiamo questo risultato — ci ha lasciato valori, storia, esempio e anche un partito in grado di camminare senza di lui. Sulla Lega, che per me ha ottenuto comunque un buon risultato, a noi non interessa la battaglia interna. Interessa ampliare l’area di consenso della coalizione, perché solo così si vince, non rubare voti agli alleati per ‘riequilibrare’. Una FI forte in una coalizione perdente non servirebbe a nulla”, conclude.

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