Dal Parlamento arriva il primo sì alle nuove spedizioni internazionali ma la politica estera continua a dividere il fronte delle opposizioni

Dal Parlamento arriva il primo sì alle nuove missioni internazionali Aspides e Levante, ma la politica estera continua a dividere il fronte delle opposizioni. Le commissioni Esteri e Difesa della Camera, infatti, approvano le nuove missioni così come deciso dal Cdm e propongono all’Assemblea di autorizzare dal primo gennaio al 31 dicembre 2024 la partecipazione dell’Italia all’operazione Levante, in esito al conflitto Israele-Hamas, “impegnando il Governo – si legge nella relazione – a farsi promotore di una azione diplomatica volta a favorire la consegna del materiale di natura umanitaria anche attraverso la creazione di corridoi marittimi verso porti nella Striscia di Gaza”. Ok anche a Aspides che proroga l’impegno “in iniziative in presenza, sorveglianza e sicurezza nell’area del Mar Rosso e Oceano Indiano nord-occidentale, impegnando il Governo a sostenere una azione diplomatica, nel quadro di un forte impegno europeo per la de-escalation nel Medio Oriente, il cessate-il-fuoco a Gaza e la pace nell’intera regione”.

La relazione viene approvata con il voto al favore del Pd (che ottiene il sì della maggioranza a due emendamenti sul cessate il fuoco e la consegna di materiale umanitario a Gaza), di Azione e di Italia Viva. Si astiene, invece il M5S, mentre Avs non partecipa al voto (Nicola Fratoianni, unico componente rosso-verde delle commissioni è in missione al valico di Rafah con un’ampia delegazione di parlamentari Pd e M5S). I pentastellati attendono domani di leggere la risoluzione che la maggioranza presenterà sulla relazione e – pur lavorando a una risoluzione propria -. Non escludono una nuova astensione su quella di maggioranza: grazie alle nostre pressioni la missione è di carattere difensivo, questo non possiamo ignorarlo, è il ragionamento. Diversa la posizione di Avs. “La missione nel Mar Rosso rischia di aumentare il livello del conflitto soprattutto se si autorizzerà l’attacco alle basi nello Yemen. Per questo non voteremo una missione che autorizza attacchi militari”, taglia corto Marco Grimaldi. Anche i dem, che sono pronti a ribadire domani il loro sì alle missioni, aspettano di leggere il testo che presenteranno in Aula FdI, Lega e FI, lavorando parallelamente a una risoluzione del gruppo. Decisive saranno anche le parole che pronuncerà in aula il ministro degli Esteri Antonio Tajani e non si escludono voti per parti separate, così da mirare il sostegno. La maggioranza, che punta ad ottenere il via libera più ampio possibile, è al lavoro sul testo da presentare domani sia alla Camera che al Senato.

“È indispensabile – si legge nella bozza, che potrà subire modifiche – contrastare qualsiasi escalation del conflitto soprattutto nella striscia di Gaza che, oltre alle gravissime ripercussioni politiche, economiche e umanitarie, provocherebbe una ulteriore polarizzazione delle relazioni internazionali, già messe a dura prova dal conflitto russo-ucraino; garantire la protezione delle popolazioni civili colpite anche con l’erogazione di aiuti umanitari; predisporre gli apprestamenti necessari per eventuali evacuazioni di connazionali o estrazione delle Forze italiane dalla Regione”. Il testo richiama “l’aggressione di Hamas del 7 ottobre” che “ha complicato il contesto geostrategico ricollocando la questione mediorientale fra le ragioni salienti dell’attuale marcata instabilità internazionale” e l’attacco sventato da Nave Duilio il 2 marzo che “conferma la gravità della situazione e l’urgenza di intervenire; gli atti ostili in Mar Rosso condotti dagli Houthi anche avvalendosi del supporto militare e tecnologico di attori esterni, hanno determinato un immediato pericolo per la sicurezza e la libertà di navigazione in dispregio del diritto internazionale marittimo”.

“L’azione del nostro Paese – si legge infine – si dispiega, in tutti i teatri di crisi, con l’obiettivo di salvaguardare l’interesse nazionale e operare a tutela della pace e della sicurezza, promuovendo i valori fondamentali di democrazia, libertà e Stato di diritto, con un’attenzione strategica prioritaria rivolta alla regione del Mediterraneo ‘allargato’ e del Medio oriente, i cui equilibri sono profondamente condizionati dalle crisi in atto”

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