La nota congiunta di Meloni, Salvini e Tajani. E ora la maggioranza pensa ad Abruzzo e Basilicata

I leader del centrodestra provano a guardare il bicchiere mezzo pieno dopo il ko in Sardegna, perché “non emergerebbe un calo di consenso“, “ma rimane una sconfitta sulla quale ragioneremo insieme per valutare i possibili errori commessi. Continueremo a lavorare imparando dalle nostre sconfitte come dalle nostre vittorie”. Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani lo mettono nero su bianco in una nota. “Siamo rammaricati – aggiungono – per il fatto che l’ottimo risultato delle liste della coalizione di centrodestra, che sfiorano il 50% dei voti, non si sia tramutato anche in una vittoria per il candidato presidente”.

Meloni chiama Todde

La premier ha telefonato alla neo presidente della Regione, Alessandra Todde, e le ha fatto gli “auguri di buon lavoro”. “Ci tengo a ringraziare Paolo Truzzu e tutta la coalizione del centrodestra, che con le sue liste si conferma la più votata dagli elettori. Le sconfitte – sottolinea Meloni su X – sono sempre un dispiacere, ma anche un’opportunità per riflettere e migliorarsi. Impareremo anche da questo”. E, in serata all’incontro con la Stampa estera, scherza: “Mi invitate nel giorno in cui perdo le elezioni in Sardegna e sto pure facendo la Quaresima e non posso neanche affogare i miei dispiaceri nell’alcol. Per cui non è la giornata migliore per aspettarsi da me della simpatia e dell’allegria. È andata così”. La maggioranza si interroga, quindi, sul perché della sconfitta, arrivata dopo la scelta travagliata del candidato di FdI al posto del governatore uscente, Christian Solinas, la cui riconferma era stata caldeggiata invano dalla Lega.

Nessun timore di scossoni per il governo

In ogni caso, i leader non temono scossoni per l’esecutivo. “Non si è vinto, ne terremo conto, ma questo non ha alcun effetto sulla tenuta del governo“, assicura il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. “Il governo è assolutamente saldo. Dopo cinque sconfitte consecutive, mi fa piacere sapere che la Schlein almeno abbia dormito contenta stanotte. I sardi hanno deciso. Il loro voto o non voto, perché quasi la metà dei sardi non ha votato, va rispettato. Il voto degli abruzzesi penso che sarà profondamente diverso“, riflette dal canto suo il leader leghista e vicepremier, Matteo Salvini, da Pescara.

Al lavoro su Abruzzo e Basilicata

In Abruzzo si voterà il 10 marzo, ma al centro del tavolo di coalizione convocato per martedì alla Camera si è parlato soprattutto di Basilicata. Sulla riconferma di Vito Bardi, esponente di FI, c’è un ragionamento in corso. “Sulla Basilicata decideremo prestissimo, Fratelli d’Italia lavora per l’unità della coalizione. Ci stiamo confrontando tutti insieme, ma FdI non ha preclusioni su nessuno. Tantomeno su Bardi con cui abbiamo governato bene cinque anni insieme“, sottolinea il responsabile organizzativo del partito meloniano, Giovanni Donzelli. “Sulla Basilicata – gli fa eco il capogruppo al Senato di FI, Maurizio Gasparri – ci stiamo lavorando nel senso auspicato. Noi siamo per Bardi, con una convergenza più ampia, ma in maniera molto serena. Stiamo lavorando per vincere, perché il problema non è solo mettere i candidati, poi devono anche vincere”. Fa un passo indietro, invece, il deputato e vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, secondo cui “bisogna ascoltare i territori: il popolo sardo non ha capito il criterio dei rapporti di forza“. E in ottica voto in Abruzzo predica ottimismo: “Non si rischia perché c’è stata una gestione ordinata: unità, indicazione del candidato, partiti forti e buona amministrazione. Vincerà il criterio della continuità“. 

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