La premier in Cdm: colpire le cause che spingono a migrare è un metodo "in cui crediamo"

Colpire le cause che spingono a migrare è un metodo in cui “crediamo” e “ci sentiamo confortati da piccoli segnali di speranza”. Lo ha detto, a quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso dell’informativa sulle politiche migratorie in Consiglio dei ministri. “Pensiamo al consistente calo degli sbarchi negli ultimi 4 mesi: comparando le settimane di inizio anno rispetto all’analogo periodo del 2023 siamo al – 41%. È tuttavia una rincorsa continua. Contenere gli arrivi lungo una rotta porta all’attivazione o riattivazione di un’altra direttrice. Se 5 mesi fa la nostra prima preoccupazione erano gli arrivi dalla Tunisia, oggi lo è divenuta la costa della Tripolitania, che sta facendo registrare un incremento di partenze. Fra le nuove fonti di pressione vi sono anche gli arrivi dal Sudan, a seguito del conflitto iniziato nell’aprile 2023: i profughi sudanesi non si fermano più in Egitto, ma giungono in Libia, e da lì vengono da noi; e la decisione della giunta golpista in Niger di decriminalizzare in traffico di Migranti, con conseguente aumento dei movimenti migratori da quell’area” ha detto ancora Meloni.

Meloni ha anche sottolineato che “prima con la Conferenza Internazionale su Sviluppo e Migrazioni, poi con la conferenza Italia Africa si è avviato il percorso del Piano Mattei. Il tratto che nessuno deve dimenticare è che non abbiamo in mente un modello di cooperazione predatorio con le Nazioni africane bensì collaborativo, e rivendichiamo tra i tanti diritti da tutelare anche il diritto a non emigrare. Dobbiamo insistere con le Nazioni della regione del Mediterraneo allargato e dell’Africa Sub-Sahariana, per un metodo di lavoro condiviso che faccia contrastare insieme gli sbarchi sulle nostre coste, cooperando per colpire la rete dei trafficanti e aiutando le economie più fragili per rimuovere le cause che spingono a migrare”.

Meloni: “Modello Caivano anche in Nord Africa”

Sulla questione migratoria “dobbiamo tenere alta l’attenzione. E per questo ho bisogno di tutto il governo poiché quello che immagino operativamente, e mediaticamente, è un modello ‘Caivano’ da proporre per il nord del continente africano, in modo particolare per la Tunisia e la Libia, ben consapevoli delle differenze sussistenti tra Tripolitania e Cirenaica” ha detto ancora Meloni in Cdm. “Dobbiamo sforzarci di far sentire a entrambe le nazioni la nostra vicinanza e il nostro reale spirito di solidarietà. Pensiamo innanzitutto a impostare tavoli ministeriali che rafforzino la collaborazione Ho parlato di modello ‘Caivano’. Andiamo tutti in Libia e Tunisia, sviluppiamo progetti, controlliamone l’esecuzione, coordinando – come per Caivano – le presenze, in modo che siano cadenzate e diano il senso della continuità”. 

 

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