La segretaria dem: "Serve un cessate il fuoco, lo chiediamo da mesi". La premier invece punta il dito contro il Partito democratico dopo le accuse arrivate da De Luca

Gli staff di Giorgia Meloni ed Elly Schlein si vedranno a pranzo, in settimana, per definire le regole d’ingaggio del confronto tv tra le due leader in vista delle Europee (e prima della par condicio che scatterà dopo i primi dieci giorni di aprile), ma il duello tra la premier e la segretaria del Pd è decisamente già iniziato. Gli attacchi sono continui, quasi in un gioco di sponda.

Schlein chiama in causa Meloni sul Medioriente. “La situazione è più che drammatica: bisogna fermare Netanyahu e l’attacco a Rafah per evitare un’ulteriore ecatombe, oltre alla strage di civili che è già in corso da troppe settimane a Gaza. Serve un cessate il fuoco immediato, lo chiediamo da mesi. Chiamerò Giorgia Meloni perché è necessario che il governo si attivi”, dice chiaro la leader dem, che chiede alla premier “un’iniziativa diplomatica e politica all’altezza della tradizione italiana”. “Chiamerò Meloni per sollecitarla: se il governo mette in campo un’iniziativa per la pace in Medioriente, noi ci siamo”, insiste. La settimana in Parlamento si aprirà con il voto sulle mozioni sul Medioriente e quella a firma Schlein chiede un cessate il fuoco immediato per la liberazione degli ostaggi e la protezione dei civili a Gaza. L’invito dei dem alla maggioranza è a votare insieme: “Vediamo il Governo italiano da che parte si schiererà. Se vogliono due popoli due stati come dicono, dovrebbero dare l’ok al nostro testo”, sottolinea Arturo Scotto. Dalle parte di FdI, però, l’ipotesi è quella di lavorare a una mozione del centrodestra sull’argomento.

Le accuse di De Luca al governo Meloni

In ogni caso, la sfida Meloni-Schlein si gioca anche su altri fronti. È la premier, infatti, a puntare la segretaria Pd dopo le accuse arrivate da Vincenzo De Luca. “‘Imbecilli, farabutti, delinquenti politici’. Con questa elaborata analisi il presidente della Regione Campania appella il governo per illustrare la sua posizione sui fondi di coesione. Mi chiedo e chiedo alla segretaria Elly Schlein se non ritenga, a nome del Partito democratico, di prendere le distanze da queste intollerabili violenze verbali, autentiche intimidazioni, espresse da parte di un rappresentante delle istituzioni e del suo partito”, scrive su Facebook la presidente del Consiglio di buon mattino. In prima battuta è lo stesso governatore campano a replicare, invitando Meloni a un confronto pubblico “sui problemi di merito” e ironizzando alla sua maniera: “Sono onorato e commosso per l’attenzione che mi dedica l’onorevole Giorgia Meloni. Davvero non merito tanto. Ma stia sereno il premier! Davvero non ha motivo né di zelarsi, né di preoccuparsi – scrive sui social -. Ma lei può immaginare davvero, insieme con il suo allievo Fitto, di prendere per i fondelli i suoi interlocutori? Con tutto il rispetto non è un cavallo per la sua coscia (come direbbe Montanelli!)”. Nel pomeriggio, poi, è Schlein a rispondere: “Come al solito Meloni sposta l’attenzione dalla vera questione, che sono le scelte antimeridionaliste del governo. Non c’è bisogno del turpiloquio per attaccare le disastrose scelte del governo. Certi toni non mi appartengono, del resto li abbiamo già sentiti contro di noi. Fossi in lei sarei più preoccupata del giudizio degli italiani sulle politiche scellerate del suo esecutivo, che vuole spaccare l’Italia con l’autonomia differenziata”.

Foibe, FdI contro Pd e M5S

Il ddl Calderoli, così come il premierato firmato Casellati, insomma, saranno i tavoli principali sui quali si giocheranno le prossime partite. Non solo, però. Dopo la visita e la richiesta di “perdono” arrivata da Meloni dalla foiba di Basovizza, da FdI puntano il dito contro “l’assordante e vergognoso silenzio” di Schlein e Conte sul Giorno del Ricordo.

Sanremo, il tema della guerra Israele-Hamas sul palco dell’Ariston

Anche su Sanremo, infine, i partiti si dividono. Il forzista Maurizio Gasparri invita i vertici Rai a chiedere scusa alle autorità di Israele dopo lo “stop al genocidio” (non apprezzato dall’ambasciatore Alon Bar) pronunciato da Ghali dal palco dell’Ariston. Sottolineano il mancato accenno alle violenze di Hamas FdI e Azione, mentre Avs, M5S e Pd giudicano “incredibile e inopportuno” l’intervento del diplomatico israeliano Alon Bar. Anche se Piero Fassino attacca: “Il 7 ottobre Hamas ha massacrato centinaia di giovani che assistevano pacificamente a un festival musicale. E decine di altri ragazze e ragazzi di quel concerto sono tuttora ostaggi nelle mani di Hamas. Sconcertante che in un evento musicale come a Sanremo2024 nessuno lo abbia ricordato, mentre non è mancato chi ha usato la parola genocidio contro Israele”. 

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